di Giovanni Albanese (www.bordocampo.net)
Sfida interessante nel turno infrasettimanale di Serie A tra Consigli e Szczesny in Sassuolo-Roma. Continua a leggere La decima giornata di Serie A vista dai pali: Perin protagonista in Genoa-Milan
di Giovanni Albanese (www.bordocampo.net)
Sfida interessante nel turno infrasettimanale di Serie A tra Consigli e Szczesny in Sassuolo-Roma. Continua a leggere La decima giornata di Serie A vista dai pali: Perin protagonista in Genoa-Milan
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E’ Angelo Da Costa del Bologna il numero 1 della giornata all’ottavo turno di Serie A. Il portiere del Bologna pesa sul pari conquistato dalla squadra di Roberto Donadoni sul campo della Lazio, salvando più volte il risultato nel corso dei novanta minuti. L’estremo difensore brasiliano, che ha subito 7 reti in 6 gare giocate finora in campionato, è stato protagonista di ben 7 salvataggi nel corso della gara sui 25 tiri subiti, 8 dei quali in porta. Immobile, l’avversario che maggiormente ha tentato di infilarlo, è riuscito a batterlo solo su calcio di rigore, spiazzandolo. Ottima prestazione di giornata per Emiliano Viviano: il portiere della Sampdoria salva la sua squadra parando un calcio di rigore a Caprari, ma è ingenuo sul piano della gestione nervosa. Anche contro il Pescara, infatti, perde la testa sul finale e rimedia il terzo cartellino giallo della stagione. Etrit Berisha, invece, chiude la seconda gara con la porta inviolata e consolida la sua posizione di primo portiere dell’Atalanta a discapito di Sportiello. Protagonista in negativo dell’ultima giornata Samir Handanovic: purtroppo l’interista commette un errore che consegna i tre punti al Cagliari. Continua a leggere L’ottava giornata di Serie A vista dai pali
“Meritavamo di vincere ma non ci siamo riusciti perché ci siamo trovati davanti Buffon“. Queste le parole a caldo dell’ex tecnico dell’AC Milan, Fabio Capello, dopo il pareggio a reti bianche contro il Parma quel 19 novembre 1995.
Nella giornata di ieri, il mondo del calcio ha trattato l’argomento con un forte interesse. La Redazione nell’augurargli ancora tanti successi, gli dedica una raccolta degli articoli e delle dediche a nostro giudizio più significative. Inoltre abbiamo creato una clip di tutte le azioni di parate svolte dal portiere e capitano della Juventus e dalla nazionale italiana durante l’ultima Champions League (2014-2015). Anche se ormai è acqua passata, riguardando il filmato, resta un mistero l’esclusione dalla lista per il Pallone D’oro…
“Quando ho cominciato a giocare, come tutti i bambini, non facevo il portiere. Mi piaceva fare gol; alla fine tutto sta nel mettere la palla in rete. Dai sei o sette anni, ho cominciato a giocare a centrocampo, o da libero, e mi piaceva molto ad essere sincero. Ero un bambino molto vivace“. Buffon era ancora un centrocampista nel 1988, quando ha giocato per la prima volta a San Siro. Era una partita tra le rappresentative dei bambini di Toscana e Veneto. “Ma forse il destino ha voluto facessi il portiere. Mio padre mi suggerì di cambiare ruolo e di provare a giocare in porta. A me piaceva sempre trovarmi al centro del gioco, ma anche fare nuove esperienze. E alla fine decisi di provare a fare il portiere per un anno, dopo il quale sarei tornato a giocare in mezzo al campo. Dopo appena cinque o sei mesi sono diventato un buon portiere. Probabilmente avevo un certo talento in quel ruolo e subito tutti hanno cominciato ad accorgersene. Un anno dopo ero già il portiere del Parma. Il mio primo ricordo della nazionale risale alla Coppa del Mondo del 1982. Ricordo quei giorni a casa nostra o da mio zio, con tutta la famiglia, con le cene interminabili guardando le partite. Ricordo anche che durante le partite io uscivo fuori o in balcone a giocare. È bello ricordare le urla di gioia e delusione che sentivo dal balcone“.
#numeroUno
Posted by Gianluigi Buffon on Venerdì 20 novembre 2015
Quando si fece male Luca Bucci abbiamo scelto Gigi, il terzo portiere. Ci aveva sorpreso in allenamento. Chiesi consiglio a Enzo Di Palma, allenatore dei portieri, che rispose: ‘Gigi è un fenomeno, ma ricordati che giochiamo con il Milan di Capello’. È stato un rischio, poi è diventato il migliore di sempre. Ero solito passare per le camere il sabato sera per comunicare ai ragazzi chi dovesse scendere in campo nella partita. Quel giorno andai da lui e gli dissi: ‘E se ti facessi giocare?’ Lui mi rispose in maniera secca: ‘E che problemi ci sono, mister?’ Ecco, questa è la sicurezza che Gigi ha sempre dimostrato, anche in campo. Buffon può essere considerato il miglior portiere di sempre? Per Scala non ci sono dubbi: “Lo è, sicuramente. Proprio perché ha delle qualità che altri portieri non hanno. Noi ora lo stiamo paragonando a portieri che giocavano in epoche diverse, con un altro gioco, più lento. Lui invece ha giocato in un calcio veloce, dinamico, e questo va ancora una volta a rafforzare le sue capacità. Lui rende facili le cose difficili e questo per un portiere è al cosa più bella“. E se Buffon festeggia oggi i suoi vent’anni tra i professionisti, c’è un altro portiere, sempre di nome Gianluigi, che sta sorprendendo tutti in questa prima fase di campionato: Gigio Donnarumma, baby talento del Milan, che ha come idolo proprio Superman: “Considerarlo in questo momento più forte di Gigi non è una cosa scontata: ha delle qualità importantissime, perché debuttare a 16 anni e mezzo è una cosa estremamente incredibile, ma per arrivare dove è arrivato Buffon, in paradiso, deve lavorare, confermare e migliorare quello che sta facendo adesso. Arrivare è facile, sì, ma continuare e raggiungere un grande come Gigi è un’altra cosa“.
Domanda a bruciapelo: chi sono i cinque più grandi portieri della storia? Vietato consultare internet, obbligatorio rispondere d’istinto. La nostra «top five» di botto: Zamora, Jascin, Banks, Zoff e Buffon, e li abbiamo elencati in ordine di apparizione, non per titoli o qualità. Ricardo Zamora lo spagnolo troppo forte, che al Mondiale del ‘34 costrinse Mussolini a intervenire per tenerlo fuori; Lev Jascin il sovietico, unico Pallone d’oro del ruolo; Gordon Banks, l’inglese autore della «parata del ventesimo secolo», su Pelé al Mondiale ‘70; Dino Zoff, il friulano essenziale, le sue mani sulla Coppa del 1982 rese immortali da Renato Guttuso; e Gigi Buffon, pilastro del Muro di Berlino 2006.
Tra gli italiani abbiamo escluso Combi, nel mondo ci siamo «dimenticati» di Neuer
il migliore oggi, ma Buffon nei cinque di
ogni tempo entrerebbe lo stesso, perché ha segnato un’epoca e rimane riferimento di qualunque ragazzo aspiri a piazzarsi tra i pali. SuperGigi è stato il primo fenomeno dopo la rivoluzione delle regole del ruolo. La frontiera del 1992, quando al portiere venne impedito di prendere con le mani il passaggio di un compagno: a seguire altri inasprimenti nel nome dello spettacolo. Buffon ha ricreato gli anticorpi della categoria, sempre più esposta a rischi ed errori. Ogni collega contemporaneo gli deve qualcosa. Chiedete a un portiere attuale chi è stato (è) il suo modello. Facilmente, di getto, risponderà così: «Gigi Buffon».
Un arcobaleno dura un attimo, una zanzara vive un giorno, una rosa tre, un’idea geniale il tempo di dimenticarla, una canzone dura il giro di un’estate, un amore qualche volta di più, un governo di solito pure troppo, una condanna anche meno, uno smartphone nelle mani di un adolescente non arriva a chiudere l’anno, una macchina dopo 10 anni è da rottamare; ma Gigi Buffon sta qui da vent’anni secchi e noi lo celebriamo per aver messo in fila due decenni di calcio, per essersi lasciato alle spalle centinaia di onesti mestieranti e una manciata di campioni alla sua altezza e in fondo per essere rimasto quello che vent’anni fa – 19 novembre 1995 – si avviò in porta tra l’incredulità della gente. “La mia corsetta fu salutata da applausi timidi. Ma fu l’unica cosa timida di quella partita. Feci quattro, cinque cose sensazionali, con decisione. Ebbi anche un po’ di fortuna, ma fortunate la devi andare a cercare”, come ha raccontato nella sua autobiografia. C’è già tutto qui. La spavalderia, la coscienza di sé, la certezza che può parare in tuffo anche semini delle olive, se te li tirano addosso, ma se l’abbia bendata guarda da un’altra parte allora sei fritto.
L’entrata in scena. Quell’anno Parma Buffon era – in teoria – il quarto portiere. Ma Galli litigo con scala e se ne andò subito, Bucci si fece male e Nista, preso per l’emergenza, si mise in fila, perché aveva già capito che la storia stava prendendo un’altra direzione. Parma-Milan finisce 0-0, ma vince lui, il diciassettenne che gira con un vespino 50, dà del tu – unico della squadra – al suo principale e quasi coetaneo Stefano Tanzi, becca multe di 1 milione (di lire, c’erano ancora le lire) che però non paga. La prima parata la fa dopo 13 minuti, respingendo un tiro di Eranio. In tribuna al Tardini si danno di gomito: hai visto? Nelle foto ufficiali, quelli che si fanno prima del fischio inizio Gigi non c’è, perché dopo essere entrato in campo è andato direttamente in porta, come fa quando gioca con la Primavera. A solo 17 anni. Genio precoce? Si. Mozart a sei anni faceva Pelé col violino, a 21 Leopardi aveva già scritto “l’infinito” mica jingle Bells. Quel giorno in Serie A succedono un sacco di cose: Rui Costa non gradisce la sostituzione mando il suo allenatore, Ranieri a scopare il mare, Lippi litiga in diretta televisiva con l’allora opinionista Rai Agroppi, in Argentina un sondaggio dice che 1 milione di persone vuole Maradona presidente della Repubblica, El Pibe gongola e si candida, ma alla fine nessuno lo prende sul serio. Cinque anni prima del debutto in A, estate del 1990, il ragazzino era salito in camera a piangere la sua frustrazione perché il Camerun era stato eliminato dai mondiali e il suo eroe, Thomas N’Kono, usciva di scena da leone, però domato. Pochi mesi dopo firmerà il suo primo contratto da professionista: 300 milioni di lire per cinque anni.
Oltre il limite. Vent’anni dopo Buffon ha il viso segnato da qualche ruga in più, ha maturato una saggezza nuova, senza perdere la leggerezza si è scoperto un uomo, a breve diventerà padre per la terza volta, maschio anche stavolta come se il destino gli avesse messo già i guanti sulla culla, se la prende con ironia (giustamente) se la gente del pallone d’oro si scorda di lui, va incravattato da Fabio Fazio e fissa il limite, 2018, e poi se la ride perché dice che alla sua età gli anni valgono sette volte, come i cani. In questi anni si è “zoffizzato”, avete notato il timbro di voce sempre più simile a quello del grande Dino? Ha asciugato il suo modo di giocare, sempre più essenziale; come Zoff quando divenne un francobollo – a quarant’anni dopo aver trionfato al mondiale spagnolo – anche lui ha trovato il proprio posto nel mondo, lì, tra i pali. E fa niente se gli acciacchi in questi ultimi tempi lo colgono di sorpresa con più frequenza: è di queste ore la notizia che durante Italia-Romania di martedì sera al Dall’Ara ha accusato un dolore al flessore della coscia destra E che la sua presenza con il Milan, Sabato, ora è indubbio. Oh, ancora il Milan. Come vent’anni fa. Come quando Buffon cominciava a fare Buffon. Il fenomeno. Ieri, oggi. Vent’anni secchi. Tra l’incredulità della gente. Mica la sua.
20 years of Superman Buffon… #UCL Un video pubblicato da @uefachampionsleague in data:
Oggi raggiungi un traguardo straordinario, festeggiamo i tuoi vent’anni in @SerieA_Tim @gianluigibuffon #NumeroUno pic.twitter.com/ACl9Mhzejy — JuventusFC (@juventusfc) 19 Novembre 2015
Complimenti per questi “primi” 20 anni tra i professionisti! @gianluigibuffon #Tbt #memories #mondiali 2006 pic.twitter.com/0qVKu7L9Ho
— Marcello Lippi (@MisterLippi) 19 Novembre 2015
Best goalkeeper of all times !!! #20years #gigibuffon @gianluigibuffon Una foto pubblicata da Marco Materazzi (@iomatrix23) in data:
@gianluigibuffon Gigi ! Un onore aver giocato con te nella Juve e in Nazionale ! 20 anni e sempre il numero 1 ! Tvb. pic.twitter.com/BIFOR9BAtT
— Dani Osvaldo (@danistone25) 19 Novembre 2015
Pubblichiamo l’articolo di Roberto Beccantini “I portieri smontabili nel campionato a più teste” sul Fatto Quotidiano del 03-11-2015.
Un tempo era Zoff. In vetta si alternano Inter, Fiorentina e Roma. I protagonisti dell’alternanza (anche in negativo) sono spesso tra i pali.
In principio fu l’Inter, con cinque vittorie. Poi Fiorentina e Inter. Quindi Fiorentina, senza scorta. Altro giro, altro regalo, altra capolista: la Roma. Fino all’ultima coppia, ancora Inter e ancora Fiorentina. Evviva il mal di testa: aiuta spalmare le emozioni e a distribuire ambizioni da scudetto che, se escludiamo la Roma, nessuno covava. Continua a leggere I portieri smontabili nel campionato a più teste
La diretta streaming ha avuto più di 11.000 utenti unici nel corso della partita, un vero record. Per i contatti totali, al momento non si hanno dati definitivi (Fonte Settore giovanile scolastico). Un risultato eccezionale che speriamo, per una maggiore visibilità del settore giovanile, farà riflettere gli addetti ai lavori.
http://youtu.be/i-2MGpgY_00
INTER: Pissardo, Facchinetti (5′ sts Chiarion), Cagnano, Donnarumma, Granziera, Mattioli, Goury (37′ st Russo), Nouaman (21′ st Buglio), Traoré (18′ st Vago), Taufer, Piscopo.
A disp. Radaelli, Archita, El Badaui, Merlini, Moleri. All.: Cauet.
ROMA: Crisanto, Macciocchi (30′ st. Nardi), Costanzo, Ciavattini, Grossi, Marchizza, Marcucci (21′ st D’Alena), Spinozzi, Tumminello (26′ st Iacuzio), Bordin (12′ st Franchi, 5′ sts Argomenti), Di Nolfo (32′ st Scamacca).
A disp. Romagnoli, Sgambati, Nannini, Argomenti. All.: Coppitelli.
ARBITRO: Prontera di Bologna.
Guardalinee: Barbieri e Gnarra.
Quarto uomo: Colinucci.
MARCATORI: 8′ pt Taufer (I), 27′ pt Tumminello (R).
SEQUENZA RIGORI: Taufer (I) fuori; D’Alena (R) gol; Vago (I) gol; Marchizza (R) gol; Buglio (I) gol; Iacuzio (R) gol; Chiarion (I) gol; Argomenti (R) gol; Donnarumma (I) gol; Scamacca (R) parato; Piscopo (I) gol; Nardi (R) fuori.
AMMONITI: Bordin (R), Tumminello (R), Facchinetti (I), Piscopo (I).
ESPULSO: 7′ sts Coppitelli per proteste.
NOTE: spettatori 1.000 circa.