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Rigori, rigoristi – la certezza della (non) riuscita

rigore perfetto

Brian Jensen, parà il rigore a Michael Carrick e si sorprende del fatto che tra i tanti rigoristi che ha a disposizione il Manchester United (Rooney, Owen), sia proprio Carrick a posizionare il pallone sul dischetto del rigore. A fine partita, dichiara:

You can talk about mind games as much as you like but in the end it came down to pure instinct. There was no key to it, that’s for sure.

(Si può parlare di giochi della mente fino a quando si vuole ma alla fine è stato puro istinto. Non è stata la chiave, questo è certo.)

Fernando Muslera, parla di “sola fortuna“, mentre in Germania un foglietto vale un milione di euro. In Inghilterra, l’univeristà di Liverpool dimostra la ricetta perfetta per calciare un rigore:

” Il segreto starebbe tutto nella potenza del tiro, che deve essere di almeno 105 km orari (ma se è superiore, va bene lo stesso, anzi meglio); nei 5 o 6 passi di avvicinamento alla palla, partendo dalla linea dei 16 metri e nell’angolo di approccio, che varia da 20 a 30 gradi. Il pallone dev’essere poi indirizzato nell’angolino a destra o a sinistra del portiere, indicativamente a 50 centimetri dalla traversa e 50 dal palo. Seguendo queste indicazioni, gli studiosi garantiscono una riuscita del cento per cento”.

Eppure ancora oggi le statistiche dimostrano che sbagliare un rigore o parare un rigore non è una formula matemarica o un evento da attribuire alla sola fortuna. Dal momento in cui il rigorista posiziona il pallone sul dischetto di rigore, ci sono tantissime variabili che influeanzano la riuscita o la parata di un calcio di rigore. Lo studio dell’università di Liverpool mostra una possibile soluzione che può essere intrapresa dai rigoristi durante gli allenamenti, ma in ogni caso non si può essere sicuri al 100% della riuscita, così come non si può essere sicuri di un rigore parato con la sola fortuna, abilità o studio. D’altronde il calcio rimane un sport di situazione, Gene Gnocchi in una puntata de “il calcio nel pallone” ricorda eventi catastrofici

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I rigoristi (o presunti) della seria A 2009/2010

Il logo della Serie A

Per Camilo Josè Cela, premio Nobel per la letteratura, si tratta della pena di morte del calcio. Per i fantallenatori, invece, un prolungamento della vita calcistica. Stiamo parlando del calcio di rigore e di conseguenza dei rigoristi. Averne in squadra almeno un paio è l’obiettivo minimo. Avere anche un portiere che li para – ogni tanto – può dare sollievo. Partiamo dal dato della scorsa stagione, forse quello che scoraggia di più i procacciatori di portieri paratutto dagli undici metri. Su 115 rigori assegnati, 99 sono andati a buon fine. Dei restanti 16, 11 sono stati parati e 5 sono finiti in luoghi tristi, scarsamente inquadrati dalle telecamere: cartelloni pubblicitari, reti, curve. Solo Bizzarri e Handanovic sono riusciti a pararne più di uno (2 per la precisione).

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Portieri in Germania: Se non porti i guanti, in questo europeo alla tedesca, non sei nessuno.

Portieri in Germania: senza guanti non sei nessuno.

I portieri stanno dominando l’Europeo con parate spettacolari e sfide emozionanti. Chi sarà incoronato il migliore tra Donnarumma, Maignan e altri giganti dei pali? Leggi il nostro approfondimento per saperne di più!

I grandi attaccanti faticano, Mbappé al massimo segna su rigore e tra i capocannonieri c’è Schranz che, con tutto l’affetto… Se non si fosse capito, qui comandano i portieri. Gli schermi della tv a circuito chiuso dentro lo stadio di Monaco ieri mandavano in loop le migliori parate dell’Europeo. C’era Maignan che cancella Baumgartner, Casteels che vola su Haraslin, Donnarumma che fa il fenomeno con la Spagna, Szczesny che ricorda a Posch chi comanda, Maignan che devia Frimpong, Mamardashvili che mette in fila due parate in cinque secondi contro la Repubblica Ceca. Uno meglio dell’altro, basta scegliere. Provate a creare lo stesso video con i migliori gol del torneo e ne riparliamo.

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Quando i portieri diventano cannonieri: le loro imprese memorabili

Sono diventati dei miti inarrivabili: i portieri goleador! Non solo Provedel contro l’Atletico Madrid, ma anche Rampulla, Taibi e Amelia. Ecco un resoconto dei numero uno che hanno realizzato almeno una rete nella loro carriera.

La grandiosità dell’evento non risiede tanto nell’aver segnato un goal, ma nel profondo significato che esso porta con sé. Nel mondo del calcio, non c’è nulla di più stupefacente che assistere a un portiere mettere a segno una marcatura. L’uomo che per l’intera durata della sua carriera è tenuto a trattenere l’urlo di gioia degli avversari, si permette il lusso di scatenare l’euforia in uno stadio intero. Un momento epico che che resterà impresso nella memoria dei tifosi (e non solo). Eventi memorabili che spaccano schemi e moduli e ci ricordano come, nei momenti critici, l’uomo sia capace di trovare soluzioni ingegnose ed efficaci. E di riuscirci in una frazione di secondo.

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