L’IFFHS (International Federation of Football History and Statistics) ha stilato come di consueto una classifica annuale per assegnare il primato al miglior portiere del 2016. E per il quarto anno consecutivo a vincere è stato Manuel Neuer, al primo posto con 151 punti. Secondo posto per Gigi Buffon (l’unico ad averne collezionato 5), con 91, mentre al terzo posto si è classificato Rui Patricio, campione d’Europa con il Portogallo. Dunque, dopo Bundesliga, Coppa di Germania e Supercoppa arriva una gioia personale per il portiere del Bayern Monaco. Il Capitano della Juventus e della Nazionale, il quale detiene il record di presenze consecutive nei primi 10 classificati (da 17 anni, dal 1999 al 2015) in classifica, è secondo nella classifica generale con 4 vittorie. In basso la classifica del 2016 e quella generale.
Gianluigi Buffon (Italia), Manuel Neuer (Germania) 4
Oliver Kahn, José Luis Chilavert (Paraguay), Walter Zenga (Italia) 3
Peter Schmeichel 2 (Danimarca)
Michel Preud’homme (Belgio), Andreas Köpke (Germania), Fabien Barthez (Francia), Petr Čech (Repubblica Ceca), Jean-Marie Pfaff (Belgio), Rinat Dasaev (Unione Sovietica) 1
Un anno fa Gigio Donnarumma, classe 1999, faceva il suo esordio in Serie A in Milan-Sassuolo. Una scelta coraggiosa quella dell’allora allenatore rossonero Sinisa Mihajlovic, che buttò nella mischia la giovane promessa nella mischia alla luce delle indisponibilità di Diego Lopez e Cristian Abbiati. Gigio diventa il portiere più giovane della storia a esordire dal primo minuto, il secondo in assoluto dopo Gianluca Pacchiarotti, subentrato in un Pescara-Perugia nel 1980.Oggi di cose ne sono cambiate, Donnarumma è diventato il primo portiere del Milan e si è guadagnato nel frattempo anche la Nazionale, lavorando in azzurro accanto al suo idolo Gigi Buffon.
Il capitano della Juventus e della Nazionale Gianluigi Buffon è stato premiato oggi a Montecarlo con il prestigioso Golden Foot 2016. Ad annunciare il riconoscimento, Sua Altezza Reale il Principe Alberto II di Monaco: Buffon è il primo portiere ad essere insignito del premio, ed è il quarto italiano dopo Roberto Baggio (2003), Alex Del Piero (2007) e Francesco Totti (2010). Continua a leggere A Buffon il Golden Foot 2016: è il primo portiere a vincerlo
Dopo le prodezze contro il Milan, Tuttosport dedica la prima pagina a Gianluigi Buffon. La Redazione pubblica l’intero articolo redatto da Antonino Milone.
Di nuovo prodigioso San Siro, sempre decisivo nel cammino verso il quinto scudetto consecutivo della Juve, che per lui sarebbe il nono conquistato sul campo.
Punta il nono tricolore (record) trainando la Juve. Altro che età: reagisce in 1,2 secondi. Impressionante anche contro il Milan. Parlano numeri, statistiche e analisi: I suoi capolavori ricordano le parate più difficili mai viste.
“Meritavamo di vincere ma non ci siamo riusciti perché ci siamo trovati davanti Buffon“. Queste le parole a caldo dell’ex tecnico dell’AC Milan, Fabio Capello, dopo il pareggio a reti bianche contro il Parma quel 19 novembre 1995.
Nella giornata di ieri, il mondo del calcio ha trattato l’argomento con un forte interesse. La Redazione nell’augurargli ancora tanti successi, gli dedica una raccolta degli articoli e delle dediche a nostro giudizio più significative. Inoltre abbiamo creato una clip di tutte le azioni di parate svolte dal portiere e capitano della Juventus e dalla nazionale italiana durante l’ultima Champions League (2014-2015). Anche se ormai è acqua passata, riguardando il filmato, resta un mistero l’esclusione dalla lista per il Pallone D’oro…
“Quando ho cominciato a giocare, come tutti i bambini, non facevo il portiere. Mi piaceva fare gol; alla fine tutto sta nel mettere la palla in rete. Dai sei o sette anni, ho cominciato a giocare a centrocampo, o da libero, e mi piaceva molto ad essere sincero. Ero un bambino molto vivace“. Buffon era ancora un centrocampista nel 1988, quando ha giocato per la prima volta a San Siro. Era una partita tra le rappresentative dei bambini di Toscana e Veneto. “Ma forse il destino ha voluto facessi il portiere. Mio padre mi suggerì di cambiare ruolo e di provare a giocare in porta. A me piaceva sempre trovarmi al centro del gioco, ma anche fare nuove esperienze. E alla fine decisi di provare a fare il portiere per un anno, dopo il quale sarei tornato a giocare in mezzo al campo. Dopo appena cinque o sei mesi sono diventato un buon portiere. Probabilmente avevo un certo talento in quel ruolo e subito tutti hanno cominciato ad accorgersene. Un anno dopo ero già il portiere del Parma. Il mio primo ricordo della nazionale risale alla Coppa del Mondo del 1982. Ricordo quei giorni a casa nostra o da mio zio, con tutta la famiglia, con le cene interminabili guardando le partite. Ricordo anche che durante le partite io uscivo fuori o in balcone a giocare. È bello ricordare le urla di gioia e delusione che sentivo dal balcone“.
In occasione dei 20 anni dal debutto in Serie A di Buffon, Nevio Scala ha parlato in esclusiva a 4-4-2 della scelta fatta in quel novembre ’95:
Quando si fece male Luca Bucci abbiamo scelto Gigi, il terzo portiere. Ci aveva sorpreso in allenamento. Chiesi consiglio a Enzo Di Palma, allenatore dei portieri, che rispose: ‘Gigi è un fenomeno, ma ricordati che giochiamo con il Milan di Capello’. È stato un rischio, poi è diventato il migliore di sempre. Ero solito passare per le camere il sabato sera per comunicare ai ragazzi chi dovesse scendere in campo nella partita. Quel giorno andai da lui e gli dissi: ‘E se ti facessi giocare?’ Lui mi rispose in maniera secca: ‘E che problemi ci sono, mister?’ Ecco, questa è la sicurezza che Gigi ha sempre dimostrato, anche in campo. Buffon può essere considerato il miglior portiere di sempre? Per Scala non ci sono dubbi: “Lo è, sicuramente. Proprio perché ha delle qualità che altri portieri non hanno. Noi ora lo stiamo paragonando a portieri che giocavano in epoche diverse, con un altro gioco, più lento. Lui invece ha giocato in un calcio veloce, dinamico, e questo va ancora una volta a rafforzare le sue capacità. Lui rende facili le cose difficili e questo per un portiere è al cosa più bella“. E se Buffon festeggia oggi i suoi vent’anni tra i professionisti, c’è un altro portiere, sempre di nome Gianluigi, che sta sorprendendo tutti in questa prima fase di campionato: Gigio Donnarumma, baby talento del Milan, che ha come idolo proprio Superman: “Considerarlo in questo momento più forte di Gigi non è una cosa scontata: ha delle qualità importantissime, perché debuttare a 16 anni e mezzo è una cosa estremamente incredibile, ma per arrivare dove è arrivato Buffon, in paradiso, deve lavorare, confermare e migliorare quello che sta facendo adesso. Arrivare è facile, sì, ma continuare e raggiungere un grande come Gigi è un’altra cosa“.
La Gazzetta dello Sport ha chiesto un parere su Buffon a vari personaggi del mondo del calcio. Questa l’analisi di Sebastiano Vernazza:
Domanda a bruciapelo: chi sono i cinque più grandi portieri della storia? Vietato consultare internet, obbligatorio rispondere d’istinto. La nostra «top five» di botto: Zamora, Jascin, Banks, Zoff e Buffon, e li abbiamo elencati in ordine di apparizione, non per titoli o qualità. Ricardo Zamora lo spagnolo troppo forte, che al Mondiale del ‘34 costrinse Mussolini a intervenire per tenerlo fuori; Lev Jascin il sovietico, unico Pallone d’oro del ruolo; Gordon Banks, l’inglese autore della «parata del ventesimo secolo», su Pelé al Mondiale ‘70; Dino Zoff, il friulano essenziale, le sue mani sulla Coppa del 1982 rese immortali da Renato Guttuso; e Gigi Buffon, pilastro del Muro di Berlino 2006.
Tra gli italiani abbiamo escluso Combi, nel mondo ci siamo «dimenticati» di Neuer
il migliore oggi, ma Buffon nei cinque di
ogni tempo entrerebbe lo stesso, perché ha segnato un’epoca e rimane riferimento di qualunque ragazzo aspiri a piazzarsi tra i pali. SuperGigi è stato il primo fenomeno dopo la rivoluzione delle regole del ruolo. La frontiera del 1992, quando al portiere venne impedito di prendere con le mani il passaggio di un compagno: a seguire altri inasprimenti nel nome dello spettacolo. Buffon ha ricreato gli anticorpi della categoria, sempre più esposta a rischi ed errori. Ogni collega contemporaneo gli deve qualcosa. Chiedete a un portiere attuale chi è stato (è) il suo modello. Facilmente, di getto, risponderà così: «Gigi Buffon».
Un arcobaleno dura un attimo, una zanzara vive un giorno, una rosa tre, un’idea geniale il tempo di dimenticarla, una canzone dura il giro di un’estate, un amore qualche volta di più, un governo di solito pure troppo, una condanna anche meno, uno smartphone nelle mani di un adolescente non arriva a chiudere l’anno, una macchina dopo 10 anni è da rottamare; ma Gigi Buffon sta qui da vent’anni secchi e noi lo celebriamo per aver messo in fila due decenni di calcio, per essersi lasciato alle spalle centinaia di onesti mestieranti e una manciata di campioni alla sua altezza e in fondo per essere rimasto quello che vent’anni fa – 19 novembre 1995 – si avviò in porta tra l’incredulità della gente. “La mia corsetta fu salutata da applausi timidi. Ma fu l’unica cosa timida di quella partita. Feci quattro, cinque cose sensazionali, con decisione. Ebbi anche un po’ di fortuna, ma fortunate la devi andare a cercare”, come ha raccontato nella sua autobiografia. C’è già tutto qui. La spavalderia, la coscienza di sé, la certezza che può parare in tuffo anche semini delle olive, se te li tirano addosso, ma se l’abbia bendata guarda da un’altra parte allora sei fritto.
L’entrata in scena. Quell’anno Parma Buffon era – in teoria – il quarto portiere. Ma Galli litigo con scala e se ne andò subito, Bucci si fece male e Nista, preso per l’emergenza, si mise in fila, perché aveva già capito che la storia stava prendendo un’altra direzione. Parma-Milan finisce 0-0, ma vince lui, il diciassettenne che gira con un vespino 50, dà del tu – unico della squadra – al suo principale e quasi coetaneo Stefano Tanzi, becca multe di 1 milione (di lire, c’erano ancora le lire) che però non paga. La prima parata la fa dopo 13 minuti, respingendo un tiro di Eranio. In tribuna al Tardini si danno di gomito: hai visto? Nelle foto ufficiali, quelli che si fanno prima del fischio inizio Gigi non c’è, perché dopo essere entrato in campo è andato direttamente in porta, come fa quando gioca con la Primavera. A solo 17 anni. Genio precoce? Si. Mozart a sei anni faceva Pelé col violino, a 21 Leopardi aveva già scritto “l’infinito” mica jingle Bells. Quel giorno in Serie A succedono un sacco di cose: Rui Costa non gradisce la sostituzione mando il suo allenatore, Ranieri a scopare il mare, Lippi litiga in diretta televisiva con l’allora opinionista Rai Agroppi, in Argentina un sondaggio dice che 1 milione di persone vuole Maradona presidente della Repubblica, El Pibe gongola e si candida, ma alla fine nessuno lo prende sul serio. Cinque anni prima del debutto in A, estate del 1990, il ragazzino era salito in camera a piangere la sua frustrazione perché il Camerun era stato eliminato dai mondiali e il suo eroe, Thomas N’Kono, usciva di scena da leone, però domato. Pochi mesi dopo firmerà il suo primo contratto da professionista: 300 milioni di lire per cinque anni.
Oltre il limite. Vent’anni dopo Buffon ha il viso segnato da qualche ruga in più, ha maturato una saggezza nuova, senza perdere la leggerezza si è scoperto un uomo, a breve diventerà padre per la terza volta, maschio anche stavolta come se il destino gli avesse messo già i guanti sulla culla, se la prende con ironia (giustamente) se la gente del pallone d’oro si scorda di lui, va incravattato da Fabio Fazio e fissa il limite, 2018, e poi se la ride perché dice che alla sua età gli anni valgono sette volte, come i cani. In questi anni si è “zoffizzato”, avete notato il timbro di voce sempre più simile a quello del grande Dino? Ha asciugato il suo modo di giocare, sempre più essenziale; come Zoff quando divenne un francobollo – a quarant’anni dopo aver trionfato al mondiale spagnolo – anche lui ha trovato il proprio posto nel mondo, lì, tra i pali. E fa niente se gli acciacchi in questi ultimi tempi lo colgono di sorpresa con più frequenza: è di queste ore la notizia che durante Italia-Romania di martedì sera al Dall’Ara ha accusato un dolore al flessore della coscia destra E che la sua presenza con il Milan, Sabato, ora è indubbio. Oh, ancora il Milan. Come vent’anni fa. Come quando Buffon cominciava a fare Buffon. Il fenomeno. Ieri, oggi. Vent’anni secchi. Tra l’incredulità della gente. Mica la sua.