“Mi hanno insegnato a cogliere lo sguardo di chi calcia”. Le parole deI portiere del Verona nella trasmissione di Sky Sport24 “Campo aperto”.
Nell’ultima gara di Serie A contro il Milan, Silvestri non ha parato il calcio di rigore battuto da Zlatan Ibrahimovic ma è stato comunque protagonista attraverso un singolare comportamento prima del tiro. “Gli ho detto quella frase due volte per indurlo a non calciare nuovamente nello stesso punto – ha spiegato Silvestri -, perché se avesse tirato lì, secondo me avrebbe fatto gol. Lui non mi ha mai guardato negli occhi. Prima di farlo, ci ho pensato un attimo. Poi mi sono detto: ‘Ma sì, glielo dico, tanto non ho niente da perdere’. Non era una cosa studiata, mi è venuta in maniera abbastanza istintiva. L’ho visto molto concentrato e ho pensato di provare a dirgli qualcosa, in modo che lo tirasse dove gli piace di più, ovvero forte alla mia destra. Se lo avesse tirato alto alla mia sinistra, non lo avrei parato mai“.
Il portiere del club veronese ha poi spiegato come studia gli avversari: “Li guardo sul divano con mia moglie, mi ascolta mentre penso ad alta voce. La prima cosa che mi hanno insegnato è guardare gli occhi di chi lo calcia, perché spesso l’angolo che si battezza è quello. Lei mi ha detto della chiamata dell’Italia: è stato un bel momento, è qualcosa che sognavo ed è stato emozionante“. Il numero uno si è anche soffermato sul rendimento “Penso di saper parare bene, con i piedi non mi invento nulla perché non ho una grande qualità. Prendo pochi rischi. Riguardo al record di 20 clean sheet che lo ha reso il portiere meno battuto nella storia del Verona “Conta la squadra per questo tipo di crescita. Alla fine è il gruppo che fa la differenza. Nella partita con il Milan, ad esempio, loro hanno avuto tante occasioni, era normale che prima o poi prendessimo gol: quindi meno possibilità si danno agli avversari e più è facile chiudere a porta imbattuta“.
[Fonte Sky Sport]