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Il portiere fa il regista

di Matteo Pinci (La Repubblica)

Negli ultimi 5 anni il 20% di tocchi in più. Il paradosso di Verona: contro l’Atalanta nessun compagno ha avuto più palloni di Nicolas

Che a calcio si giochi in undici è vero, ma non da molto. È vero da quando qualcuno ha deciso che la prima dote di un portiere non dev’essere più (solo) parare. L’evoluzione della specie è passata attraverso il divieto di raccogliere il retropassaggio di un compagno con le mani, poi dal tiqui-taca di Guardiola. Mercoledì in serie A, il calciatore del Verona che ha toccato più palloni contro l’Atalanta non è stato il regista Fossati. E nemmeno l’ala Cerci o il centravanti Kean ma il portiere Nicolas, 66 tocchi e quasi il 6% del possesso palla totale della squadra. Persino Buffon, leader mondiale della categoria, ha dovuto reinventarsi: cinque anni fa giocava la palla coi piedi una ventina di volte a partita, oggi il 30% delle volte in più (leggi l’articolo Portieri dai piedi buoni ndr). È il segno di una tendenza: da anni, l’incidenza dei portieri sul gioco delle squadre è aumentata in modo esponenziale. In media, i portieri effettuano una settantina di passaggi in più per ogni giornata di campionato. Un incremento di quasi il 20% rispetto a cinque anni fa, quando le squadre erano decisamente più restie a passare dai piedi dei loro portieri. Nel 2012 era Gillet del Torino a ricorrere più spesso allo scambio con i compagni, una trentina di volte a partita. Oggi a Brignoli del Benevento capita di giocare la palla almeno 38 volte. E almeno altri 5 portieri giocano con i piedi oltre 30 palloni a gara. Il primo a introdurre uno stile nuovo fu un olandese che peraltro spiazzava giocando con il numero 8: il mitico Jan Jongbloed, 24 gare con l’Olanda di Cruijff, un mondiale da tabaccaio – fu chiamato in nazionale anche se aveva smesso – e a volte non indossava nemmeno i guanti. Ma era un portiere-libero, non un portiere-regista come quelli di oggi. Guardiola, cresciuto alla scuola del calcio totale nella Masia del Barça, ha valorizzato negli anni la figura del portiere nella costruzione dell’azione. Le difese sempre più alte hanno bisogno di portieri capaci di disimpegnarsi come e meglio dei compagni. Un fuoriclasse della specialità è Neuer del Bayern, ma pure il brasiliano Ederson del City. Le grandi della serie A si sono via via adeguate. Solo cinque anni fa i più bravi a giocare la palla erano riserve o figuranti: Coppola, Storari, Neto, Rosati. Oggi i più precisi coi piedi giocano nelle squadre in lotta per scudetto e Champions: tra i migliori Alisson e Szczesny, Donnarumma e Handanovic, Buffon, Reina e Strakosha, con le sole “intrusioni” di Brignoli e Gollini. In campionato gli scambi palla a terra dei portieri sono sempre più precisi. Cinque campionati fa la media dei passaggi completati dai numeri 1 era di 6,3 a partita, meno di uno ogni 4 palle giocate. Oggi siamo quasi a 11: praticamente raddoppiata e una palla su tre arriva a destinazione. Portieri-registi: e se come Jongbloed hanno un numero diverso dall’1, non si stupisce più nessuno.

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Thomas Strakosha e Alisson Becker le chiavi delle porte romane ai numeri uno

La Redazione pubblica due articoli redatti in data odierna (12-07-2017) sulle pagine del Corriere dello sport, riguardanti i portieri di Lazio e Roma. I numeri uno delle società di calcio romane, hanno in comune, oltre la città in cui giocano, la nazionalità estera e due allenatori dei portieri che nelle loro sedute di allenamento, dedicano molto tempo al miglioramento della tecnica specifica. Con la nuova stagione, il portiere biancoceleste ha ottenuto la riconferma come titolare, quello giallorosso, dopo la partenza di Szczesny, la promozione come numero uno.  Continua a leggere Thomas Strakosha e Alisson Becker le chiavi delle porte romane ai numeri uno

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Da Donnarumma a Oblak fino a De Gea: se il portiere costa come un centravanti

Di Carlos Passerini

Prezzi alle stelle, Ederson pagato 40 milioni dal Manchester City. Zoff: “colpa della crisi del ruolo”. 

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La partita vista dai pali: l’analisi dei portieri Strakosha e Szczesny nel derby Roma-Lazio

di Giovanni Albanese (www.bordocampo.net)

Condividere con i compagni il merito di aver tenuto la porta inviolata contro il miglior attacco d’Europa (contro campioni del calibro di Messi, Neymar e Suarez) e di un miracolo fatto nella gara d’andata col Barcellona su Iniesta, è da campione. Ma giocare con la stessa intensità e attenzione anche contro squadre meno blasonate del Barcellona, con la stessa voglia e fame di un ragazzino, è da numero uno al mondo. Continua a leggere La partita vista dai pali: l’analisi dei portieri Strakosha e Szczesny nel derby Roma-Lazio

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La partita vista dai pali: Handanovic in Crotone-Inter e le uscite di Szczesny in Bologna-Roma

di Giovanni Albanese (www.bordocampo.net)

C’è da accendere i riflettori sulla prestazione dei portieri nella sorprendente vittoria del Crotone sul campo dell’Inter, nell’ultima giornata di Serie A. Perché se Falcinelli ha preso la scena, avendo firmato la doppietta che ha messo ko i nerazzurri e riacceso le speranze di salvezza per i calabri, c’è da comprendere quanto Handanovic si è reso protagonista per evitare che il Crotone dilagasse. Sì, perché l’estremo difensore dell’Inter non è stato probabilmente impeccabile sul calcio di rigore, visto che il tiro non sembrava perfetto, ma ha compiuto diverse parate sulle incursioni avversarie nel prosieguo della partita. E così merita la piena sufficienza, così come il collega Cordaz, cresciuto nel vivaio interista, privo di responsabilità sulla rete subita. Particolarmente intensa per entrambi i portieri Lazio-Napoli. Il numero uno biancoceleste, Strakosha, sembra uscire con un pizzico di ritardo sulla rete di Callejon ed è un pelo indeciso sulla rete di Insigne, complice l’errore di un suo difensore. Sul versante opposto, invece, Reina cala la saracinesca sulle conclusioni di Milinkovic Savic e Felipe Anderson e mette tutta la sua esperienza nella gestione della palla con i piedi. Prestazione esaltante anche per il polacco della Roma Szczesny, che nega la rete a Destro con una parata decisiva nel primo tempo. Giornata storta, invece, per Mirante e l’intero reparto difensivo del Bologna.

ATALANTA – SASSUOLO

Berisha – Prestazione nella norma tra i pali, bene sulle uscite alte.
Consigli – Risponde presente su qualche tentativo pericoloso degli avversari, salvando il risultato.

CAGLIARI – TORINO

Rafael – Riesce a fare poco sulle reti subite, sicuro nelle uscite.
Hart – Non impeccabile nella gestione della palla con i piedi, intercetta il calcio di rigore di Borriello, anche se non riesce a evitare il gol.

EMPOLI – PESCARA

Skorupski – Non può nulla sul gol subito, bene nel prosieguo del match.
Fiorillo – Tante belle parate consentono alla sua squadra di tornare a casa con un pareggio.

JUVENTUS – CHIEVO

Buffon – Reattivo nel respingere un tiro da posizione ravvicinata di Pellissier a inizio ripresa.
Seculin – Due parate a Khedira e una su Dybala, non riesce a fare nulla sulle reti.

MILAN – PALERMO

Donnarumma – Una bella parata nel secondo tempo su Diamanti.
Fulignati – I suoi tanti interventi nel secondo tempo non bastano per evitare il poker rossonero.

SAMPDORIA – FIORENTINA

Viviano – Parata superlativa su Babacar a tempo praticamente scaduto.
Tatarusanu – Non è perfetto sulle reti subite. Una buona parata su Bruno Fernandes.

UDINESE-GENOA

Karnezis – Non viene mai chiamato a compiere interventi.
Rubinho – Non la migliore giornata per lui, anche se non ha tutte le colpe.

 

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La partita vista dai pali: Pepe Reina respinge la rimonta dei giallorossi in Roma-Napoli

di Giovanni Albanese (www.bordocampo.net)

Puoi essere ricordato per una grande parata riuscita, puoi essere messo in discussione per una parata mal riuscita. E’ il vecchio, affascinante, mestiere del portiere, bellezza. E’ quello straordinario punto di vista dal quale in pochi riescono a guardare, anche coloro che pensano di apprezzare le maglie con il numero uno. Tra i tanti luoghi comuni che riguardano gli estremi difensori, si dice che un portiere si riconosce subito perché solitamente è il più folle del gruppo. Forse perché, oltre alla tecnica, si affida al suo istinto per esaltare la reattività. O magari, semplicemente, perché riesce a nascondere la sua spiccata intelligenza per muoversi un attimo prima che la palla arrivi dove lui ha già immaginato. Questione di attimi, frazione di secondi, per fare la differenza. Continua a leggere La partita vista dai pali: Pepe Reina respinge la rimonta dei giallorossi in Roma-Napoli

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La partita vista dai pali: Handanovic e Szczesny a confronto in Inter-Roma

di Giovanni Albanese (www.bordocampo.net).

Quando un grande portiere subisce tre reti e merita ugualmente l’ampia sufficienza vuol dire che la squadra avversaria ha vinto con merito. E così, al di là del 3-1 della Roma sull’Inter, c’è da raccontare la bella prestazione di Handanovic di fronte a quella di Szczesny, senza dubbio i portieri stranieri più in forma della nostra Serie A. Continua a leggere La partita vista dai pali: Handanovic e Szczesny a confronto in Inter-Roma