Sulle pagine della Gazzetta dello Sport, il giornalista e scrittore Luigi Garlando, analizza il mondiale in Qatar prime delle due semifinali non ancora giocate. Finora i portieri protagonisti di questa edizione.
“Un tempo il Mondiale era la favola di centravanti potenti come giganti e faine. A giudicare dal Mondiale qatarino e, in particolare, dalle semifinali rimaste in gara, i tempi sono cambiati. II 9 titolare dell’Argentina, Lautaro Martinez, in 5 presenze non ha mai segnato entro il novantesimo. Ha trovato la porta solo nella serie finale dei rigori contro l’Olanda. Due gol li ha fatti la sua riserva, il giovane Mali Alvarez.La Croazia rimpiange un padrone del ruolo potente e carismatico come Davor Suker. In Qatar, a dispetto di una mediana lussuosa, si è dovuta arrangiare con onesti mestieranti del gol come Kramaric, Livaja ,passato anche da Empoli e Cesena, e Petkovic, che segnava in B nel Trapani di Serse Cosmi. Si arrangia in attacco anche il sorprendente Marocco che non ha un reparto all’altezza della difesa blindata e del centrocampo illuminato. YussefEn-Nesyri, punta del Siviglia, in realtà un paio di gol ce li ha messi, ma non ha il peso risolutivo di Amrabat sul centrocampo. Il barese Cheddira non ha dovuto sgomitare per trovare spazio in rosa e addirittura in campo“.
Un centravanti che sta dando grandi soddisfazioni è Oliver Giroud, è infatti lo scrittore ne esalta il brillante mondiale disputato finora puntualizzando però che: “ma non avrebbe dovuto esserci. Era la riserva del pallone d’oro, Karim Benzema, infortunato. Al momento quindi, la recita più convincente nel ruolo l’ha resa una controfigura. No, non è un mondiale per numeri 9, almeno per ora“.
Per il giornalista ha deluso anche: “Lewandowski, bomber seriale, che si è fatto parare un rigore dal messicano Ochoa, tanto per cominciare. Ne ha segnato uno inutile all’Argentina e, nel complesso, ha dato poco alla Polonia. Molto di più ha dato il suo portiere, Szczesny, che ha piazzato la parata più bella del torneo: il doppio intervento sul rigore dell’Arabia Saudita. Ecco, per ora, è stato semmai il Mondiale dei portieri. A cominciare dall’argentino Martinez ,che sembra uscito da un romanzo di Osvaldo Soriano, insieme al Gato Diaz che parò il rigore più lungo del mondo. Quella del Dibu Martinez è stata l’attesa più lunga del mondo:una decina di anni, tra panchine e prestiti, prima di trovare una porta e la gloria, qui in Qatar, con i rigori parati all’Olanda. Addirittura quattro ne ha parati il croato Livakovic che domani (oggi, ndr) proverà a parare Messi e sfiderà il collega Martinez. Un tempo aspettavamo gli incroci dei bomber, ora quelli dei portieri. In un Mondiale atipico, che ha ribaltato le stagioni e le gerarchie, mandando a casa tanti squadroni e portando in semifinale il Marocco, i portieri, solitamente vittime, sono diventati improvvisamente carnefici“.
Articolo completo sulla Gazzetta dello Sport del 12-12-2022