In una recente intervista rilasciata a Rai Radio 1, Piero Volpi, medico sociale dell’Inter e responsabile di chirurgia del ginocchio e traumatologia dello sport presso l’Istituto Humanitas di Milano, ha confermato quanto già detto nel nostro articolo, approfondendo ulteriormente le cause principali e proponendo possibili soluzioni.
La densità delle partite: un problema in crescita
Nel nostro precedente articolo abbiamo già discusso del tema degli infortuni nel calcio professionistico, analizzando come l’eccesso di partite, la mancanza di allenamenti adeguati e la gestione disomogenea del minutaggio sono tra le principali cause di infortunio nel calcio di oggi. Volpi ha sottolineato come la densità delle partite sia una delle principali cause di infortunio. I giocatori sono spesso costretti a giocare due volte a settimana per lunghi periodi senza un adeguato recupero fisico e mentale. Questo sovraccarico non permette ai calciatori di allenarsi in modo efficace e di migliorare le qualità fisiche fondamentali come forza, velocità e resistenza. “Abbiamo calciatori che giocano tutto l’anno, anche due volte a settimana per lunghi periodi. Ma non è sufficiente dire si gioca troppo. Bisogna dire si gioca troppo e ci si allena poco. Le qualità che deve avere un giocatore come la forza, l’alta velocità e resistenza sono difficili da inserire nel piano di un ciclo settimanale di una squadra di calcio. Si arriva ad avere 240-250 allenamenti nel corso della stagione di cui solo il 25% sono veramente allenanti. E questa è tra le cause prevalenti di infortunio“.
L’importanza del minutaggio equilibrato
Un altro aspetto critico riguarda l’ineguale distribuzione del tempo di gioco tra i giocatori. Da un lato, ci sono i “titolarissimi” che accumulano fino a 4800 minuti in campo durante la stagione, dall’altro ci sono i giocatori che ne totalizzano solo 1000. Questa disparità crea uno squilibrio che, secondo il medico, contribuisce ad aumentare il rischio di infortuni sia per chi gioca troppo sia per chi gioca poco. Una soluzione proposta è quella di gestire meglio il minutaggio dei giocatori, evitando sovraccarichi eccessivi su alcuni e migliorando il turnover della rosa.
“Si fanno male i titolarissimi che giocano sempre, ma anche quelli che giocano meno perché manca un equilibrio di minutaggio, di turnover intelligente ed efficace”, afferma il medico. “ Una delle proposte che condividiamo col nostro allenatore, una persona brava e intelligente e attento a questi temi, è quella di cercare di riuscire a fare un minutaggio migliore per salvaguardare quei giocatori che alla fine della stagione avranno 4500-4800 minuti – aggiunge – mentre altri in rosa finiscono l’anno con appena 1000 minuti in campo”.
Le sostituzioni: una possibile soluzione
Per alleviare il carico sui giocatori, Volpi suggerisce di introdurre più sostituzioni durante le partite. “Non essendo possibile cambiare i calendari, quella dell’equilibrio del minutaggio è una delle soluzioni. Ne aggiungo anche un’altra: dopo la conferma delle cinque sostituzioni, in futuro penso si possa arrivare alle sei o sette sostituzioni. Le sei già ci sono in certe manifestazioni, dove si prevedono i supplementari”. Aumentare il numero di cambi potrebbe ridurre lo stress fisico sui giocatori, specialmente durante i periodi più intensi della stagione, come l’autunno e la primavera, quando la densità delle partite aumenta a causa delle competizioni europee.
Le Nazionali e la gestione degli infortuni
Un ulteriore fattore che complica la situazione è rappresentato dagli impegni con le Nazionali. I giocatori, durante le convocazioni internazionali, cambiano drasticamente routine di allenamento e alimentazione, aumentando il rischio di infortuni. La sua proposta è quella di ridurre il numero di squadre nei campionati nazionali, passando da 20 a 18, per creare più spazio per gli allenamenti e garantire un migliore equilibrio tra competizioni di club e nazionali.
“Ci sono nostri giocatori che hanno già lanciato un grido d’allarme, lo spazio tra Europei e inizio della stagione è stato molto stretto. Non c’è stato il tempo di staccare per un riposo fisico e mentale. E poi c’è un discorso da affrontare sulle Nazionali. Non possiamo ogni mese lasciare i giocatori 12-15 giorni alle Nazionali, che cambiano completamente abitudini di allenamento, di alimentazione. È come se il giocatore cambiasse completamente squadra e questo facilita gli infortuni. Una proposta da medico è quella di ridurre i campionati domestici di alto livello di due squadre. Già passando da 20 a 18 squadre c’è un mese in cui si possono fare più allenamenti e dedicare più tempo alle Nazionali“.
La necessità di un tavolo di confronto
Volpi conclude ribadendo la necessità di un confronto tra tutte le parti coinvolte: allenatori, medici, federazioni e giocatori. Solo attraverso un dialogo aperto e la creazione di nuove strategie si potrà migliorare la gestione degli infortuni nel calcio moderno, garantendo al contempo un calendario più sostenibile per gli atleti.
Fonte: FC Inter 1908