In una lunga intervista sul quotidiano La Stampa (26-03-2023), il dirigente del Lecce parla dei settori giovanili italiani in crisi e, delle scelte fatte nella primavera del Lecce. Corvino è il direttore generale dell’area tecnica della società pugliese, squadra con l’età media più bassa della Serie A.
E’ stato il dirigente che ha lanciato calciatori importanti come Miccoli, Vucinic, Ledesma, Bernardeschi, Chiesa e Viahovic. La primavera del Lecce è passata dal campionato primavera di A2 al primo posto in A1. “Il calcio è fatto di cicli. E Abbiamo avuto momenti migliori. Concordo (sulla crisi dei talenti italiani nel nostro campionato n.d.r.), ma non mi meraviglio. La spiegazione è semplice: in Italia mancano le strutture. E’ così da sempre, ma prima sopperiva la strada e il calcio era lo sport di tutti i bambini: oggi ci sono tante discipline e non improvvisano più partitelle nel verde o sull’asfalto. Io posso avere il miglior pilota del mondo, ma senza un’auto come fa a dimostrarlo? La verità è che quasi tutti i presidenti vedono il settore giovanile come un costo e non come un investimento. E la federazione non ha mai imposto di dotarsi di impianti adeguati e destinare una percentuale del fatturato ai vivai”.
Non mancano i buoni esempi: “ma appartengono quasi tutti al calcio d’elite. Guadate la base: Serie D, la C, anche la provincia dei campionati più importanti. A volte su un campo si allenano 3 squadre…” Corvino prosegue: “L’abbondanza e la qualità nei ruoli dipende dai periodi. A volte nascono più punte, a volte più difensori. Come la tattica, che può soffocarne alcuni ed esaltarne altri, può essere legata a mode del momento: quante volte, a turni, trequartisti, ali o registi sono stati accantonati e poi riscoperti? Resta il problema di fondo: si è persa quella grande palestra che era la strada e non abbiamo strutture idonee a formare calciatori.“
Intervista completa su La Stampa