Il preparatore dei portieri di settore giovanile della Lazio, Marco Garofalo, in esclusiva su Juventus News 24 Continua a leggere Intervista a Marco Garofalo per Giovanni Albanese
L’allenamento tecnico e coordinativo del giovane portiere nel calcio moderno
In un tempo non troppo lontano la pigrizia motoria era una cosa rara.
Erano invece ricorrenti le attività di gioco nel cortile, il rincorrersi, saltare la corda, lanciarsi la palla.
Lo sviluppo delle capacità motorie avveniva tramite il gioco di strada, permettendo così lo sviluppo armonico involontario del corpo e le relazioni sociali, di cooperazioni e convergenze di energie mirate ad un fine comune. Non esistevano le scuole sportive, abbinate all’istruzione però iniziative come i giochi della gioventù che aumentavano il regolare sviluppo motorio.
Oggi ci si è ridotti all’immobilità della casa e, secondo un rapporto di Eurydice, l’Italia è fanalino di coda tra i paesi dell’Unione Europea per le ore di educazione fisica a scuola. In questo scenario, che poco valorizza gli sport in generale, come bisogna comportarsi nello specifico trattando la figura del portiere nell’attività di base? Quali sono gli obiettivi da perseguire?
Avremo modo di discuterne insieme, Lunedì 19 Marzo con i nostri relatori Marco Garofalo (SS Lazio), Daniele Borri (FC Juventus) e Manuel Amoroso (FC Internazionale). Partecipa al seminario, iscrizioni aperte fino al 15 Marzo 2018.
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Jgoalkeeper – le palle alte nel gioco aereo
Abbiamo fatto un’esercitazione di attacco alla palla perché era propedeutico all’esercizio successivo. Continua a leggere Jgoalkeeper – le palle alte nel gioco aereo
Clean sheet: Szczęsny nella storia della Juve
Wojciech Szczesny è entrato nella storia del club bianconero dopo essere rimasto imbattuto per la decima volta in appena 14 partite giocate in stagione. Il polacco vanta anche la miglior percentuale europea di inviolabilità. Continua a leggere Clean sheet: Szczęsny nella storia della Juve
Immobile campione di solidarietà
Contro il Crotone Ciro Immobile ha siglato un gol e un assist, ma l’azione più importante l’ha eseguita nel prepartita. Continua a leggere Immobile campione di solidarietà
Magico Perin, è lui il dopo Buffon
di Gessi Adamoli
Da Pozzo e Martina, ex grandi portieri rossoblu, non hanno dubbi su chi dovrà essere ilnumero1 in nazionale.
Nei giorni scorsi è stato Dino Zoff ad elogiare il portiere del Genoa: “Perin è così richiesto perché è l’espressione migliore di una scuola italiana che si è assottigliata, più che impoverita, a causa dell’esplosione di altre scuole straniere e in parte anche per come vengono allenati oggi i portieri, più sui piedi che sulla presa. A renderlo così forte però è la testa. In campo punta tutto su tecnica e reattività, le sue qualità più importanti, ma a fare la differenza è il carattere, è l’umiltà che porta con sé tra i pali. Perin è un portiere umile nel senso che non ha paura di sbagliare, è questo che lo rende speciale. E’ un campionato in cui vedo sempre più spesso difese che subiscono gol di testa a un metro dalla linea, perché i portieri preferiscono rimanere in porta piuttosto che sbagliare l’uscita e affrontare le critiche del caso, lui interpreta nel modo giusto e più bello il suo ruolo. Il portiere deve sentirsi il padrone, nella sua area, non può aver paura. E lui lo sa, e lo fa capire a compagni e avversari con i fatti. Il salto ad una grande squadra che lotta per coppe e scudetti prima si fa, meglio è, anche se nel suo ruolo è ancora più difficile: in un grande club si para molto meno che in una squadra come il Genoa, ma bisogna farsi trovare sempre pronti”.
Nell’edizione locale di Genova del quotidiano La Repubblica, due vecchie bandiere tornano a parlare di Perin: “È un portiere straordinario, credo che sia il migliore d’Italia perché la sua reattività Donnarumma non l’ha. È un istintivo proprio come lo ero io, in Perin davvero mi ci rivedo molto». Continua a leggere Magico Perin, è lui il dopo Buffon
Jurgen Croy: Portiere di stato
di Federico Lo Giudice
Jürgen Croy icona sportiva in Germania Es. Una sola squadra nella sua carriera: disse no ai club più importanti della oberliga sponsorizzati dal governo. Tra i migliori della sua generazione per riflessi e agilità tra i pali.
Un fenomeno tra i pali, ma anche un simbolo tutt’ora indelebile nella memoria dei cittadini di Zwickau. Jürgen, infatti, dopo gli otto anni nel settore giovanile del Bsg Aktivist Karl Marx Zwickau ha sempre indossato la maglia della squadra della sua città: il Sachsenring. In realtà Croy veniva da Planitz che nel 1944 venne inclusa nel comune di Zwickau. Diciotto anni di amore indiscusso per una Mannschaft abituata a veleggiare nella parte medio-bassa della classifica della Oberliga. Ma alla gloria lui preferì sempre la fedeltà come dimostrò negli anni Settanta. Croy era ormai il numero uno della nazionale della Ddr e un giocatore di livello internazionale e questo ebbe come effetto di attirare le attenzioni dei maggiori club della Oberliga che puntualmente mandavano richieste per la sua cessione alla dirigenza del Sachsenring. Tutti lo volevano strappare da Zwickau, in primis la Federazione della Ddr che non era proprio favorevole nel vedere il miglior portiere del campionato militare in un club medio-piccolo invece che rafforzare le grandi che giocavano anche le coppe. Così Croy venne convocato a Berlino, su ordine di Manfred Ewald il padre-padrone dello sport nella Ddr, per chiedergli di accettare una delle offerte che gli avrebbero procurato uno stipendio più alto, un impiego in qualche ministero e una maggiore visibilità internazionale. Lui rispose senza esitazioni: «No grazie, resto a Zwickau il posto perfetto per vivere e giocare a calcio».
RISPETTO
Una scelta di vita che comunque premiò la “Pantera di Planitz”, così ribattezzato da tifosi e giornalisti. Nel 1975-’76 i biancorossi vinsero la coppa nazionale contro la Dinamo Dresda piena di nazionali. Fu una finale epica e ricca di emozioni che si decise ai rigori dove il protagonista assoluto fu proprio Croy che dopo averne parati due realizzò quello decisivo. Un successo che regalò al Sachsenring l’accesso alla Coppa delle Coppe dove i biancorossi, sempre grazie alle parate di Croy, furono a un passo dallo scrivere la storia. Dopo aver eliminato il Panathinaikos, la Fiorenti- na di Antognoni (che sbagliò il rigore decisivo) agli ottavi e il Celtic ai quarti il sogno si infranse in semifinale contro l’Anderlecht. Nel 1989 la Federcalcio della Ddr dopo averlo nominato vicepresidente lo designerà anche come il miglior giocatore di sempre della Germania Est. Un giusto riconoscimento per un vero campione che ha sposato nel modo più bello l’idea di “un uomo, un club” e che è diventato il simbolo di un’intera città.
JGoalkeeper – Le parate con le sagome
A conclusione delle sedute di allenamento è molto frequente delle sequenze di tiri in porta. Continua a leggere JGoalkeeper – Le parate con le sagome