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Torna l’ora di educazione fisica alle elementari e nasce la Federazione per lo sport scolastico: 12mila assunzioni

Per tutti coloro che hanno partecipato ai nostri seminari, nella stagione precedente, capiranno l’importanza della notizia riportata da Ilfattoquitidiano.it

Siamo stati programmati dalla natura per muoverci e noi abbiamo fatto di tutto per rimanere fermi, con la conseguente crescita di una nazione con dati allarmanti di obesità infantile, malattie cardiovascolari e, nonostante la nascita di tante “scuole sportive”, scarsi risultati in tutte le discipline sportive. Il cambio di rotta è vicino?

di Lorenzo Vendemiale

In tutti questi anni il Coni ha provato a fare da supplente, ora arriverà il docente di ruolo. Il piano del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, è far rinascere i vecchi Giochi della gioventù, con il Miur, che curerà l’organizzazione di tutte le competizioni

In tutti questi anni, lo sport è sempre mancato nella scuola italiana. Il Coni ha provato a fare da supplente, ora arriverà il docente di ruolo: il ministero, che se ne occuperà finalmente in prima persona con l’introduzione dell’ora di educazione fisica anche alle elementari e soprattutto la creazione di una Federazione per lo sport scolastico, non alle dipendenze del Coni ma del Miur, che curerà l’organizzazione di tutte le competizioni studentesche. Il sogno è far rinascere i vecchi Giochi della gioventù. È il grande piano del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, da realizzare già nella prossima manovra: una vera rivoluzione per il movimento sportivo e per tutta la scuola italiana.

RIVOLUZIONE MOTORIA – L’assenza di attività degli studenti, grandi e soprattutto piccoli, è il vero tallone d’Achille del nostro sistema. Lo Stato a lungo se n’è disinteressato, il Coni ha provato a farsene carico, allargandosi fuori dai propri confini con risultati alterni (tante le storture del progetto “Sport di classe”, ad esempio), ma prendendosi, a sue spese, responsabilità altrui. In alternativa ci sono sempre i corsi privati, ma quelli sono a pagamento e possono costare anche 200-300 euro a famiglia. Adesso si cambia, come lasciato intendere dal Def. “Ai fini dell’ampliamento dell’offerta formativa saranno intraprese misure per assicurare il reclutamento dei docenti con titoli idonei all’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria. Occorre inoltre rivedere la disciplina relativa all’organizzazione delle attività sportive scolastiche”. Indicazioni vaghe, che stanno prendendo forma in queste ore in un nuovo piano per l’educazione motoria che sarà uno dei provvedimenti principali del pacchetto istruzione della legge di bilancio (dal valore di circa 300 milioni di euro), che Il Fatto Quotidiano è in grado di anticipare.  Si articolerà essenzialmente in due punti: la creazione di una Federazione per lo sport scolastico e l’introduzione dello sport alla scuola primaria, con la creazione di una nuova figura del maestro di educazione fisica (e relative assunzioni).

LA FEDERAZIONE DELLO SPORT SCOLASTICO – Oggi in Italia esistono 44 Federazioni sportive, tutte sotto l’egida del Coni. Ne nascerà un’altra, però alle dipendenze del Miur, che si occuperà delle attività scolastiche. Il termine Federazione in realtà è indicativo (non è neppure detto che si chiami davvero così alla fine), ma rende bene l’idea: le competizioni studentesche dovranno passare da questa nuova direzione ministeriale. Attualmente il sistema è farraginoso: gli istituti sono liberi di organizzare solo degli allenamenti collegiali (ammesso che ne abbiano tempo, voglia e risorse). Per tutte le manifestazioni devono rivolgersi alle Federazioni, il che vuol dire prevedere omologazione di campi e gare, allenatori qualificati, giudici federali. Standard troppo alti (del resto le Federazioni nascono per curare l’agonismo e l’alto livello, non l’attività di base) che hanno finito involontariamente per scoraggiare l’attività.

Le competizioni si risolvono in una giornata di gare, a partire dalla fase provinciale in su (per cui le Federazioni sono costrette a fornire supporto alle scuole), mentre della più larga fase distrettuale si è persa traccia: la maggior parte dei bambini resta tagliata fuori, il movimento soffocato. Su ciò interverrà la nuova federazione ministeriale: non sarà una deregolamentazione totale, semplicemente questo organismo prevederà delle nuove regole, più adatte alle scuole, agli studenti. E nel medio lungo termine questo dovrebbe portare alla rinascita dei Giochi della gioventù, un grande patrimonio della scuola e dello sport italiano, scomparsi nel 1996 (e poi resuscitati in forma ridotta negli ultimi anni): oggi esiste il Trofeo Coniorganizzato dal Comitato di Giovanni Malagò e i campionati studenteschi del Miur. L’idea è riunirle in un’unica, grande manifestazione a cui partecipino davvero tutte le scuole.

EDUCAZIONE FISICA ALLE ELEMENTARI – La rivoluzione, però, parte dalla base: e per supportare questo piano bisognerà iniziare dalle elementari. Oggi, col maestro unico, i bambini fanno solo attività generiche (quando va bene): presto (probabilmente a partire dal 2020/2021), verrà introdotta l’ora curriculare di educazione fisica, con un vero maestro. Questa è anche la parte più complicata (e costosa) del progetto, su cui stanno lavorando i tecnici ministeriali. In parlamento sono depositati due disegni di legge simili, uno a firma Movimento 5 stelle, l’altro della Lega, che dettano le linee generali e quantificano in 500 milioni di euro l’anno la spesa (ma non indicano le coperture) e soprattutto testimoniano l’unità d’intenti all’interno della maggioranza: la base è questa, “ora si tratta di ancorare quel ddl alla realtà”, spiegano da viale Trastevere.

I NUMERI: 350 MILIONI E 10MILA MAESTRI? – L’idea è due ore alla settimana per ogni classe: in Italia ce ne sono circa 130mila nella scuola primaria. Considerando che l’orario di un docente è di 22 ore settimanali, ci vorranno circa 12 mila maestri di educazione fisica: è una figura attualmente non presente, per cui verrà creata una nuova classe concorsuale (e quindi degli appositi concorsi). Sulla sua definizione si sta discutendo (i sindacati, che non vogliono scardinare il concetto del “maestro unico”, sono contrari): sicuramente saranno laureati in scienze motorie, magari con una serie di crediti specifici sulla pedagogia da prendere nel corso della specialistica all’università. Il ministro Bussetti, comunque, spinge per semplificare il più possibile: no a troppi titoli come requisito di accesso, o a corsi a pagamento di specializzazione.  Tutto il progetto, con le assunzioni, il sostegno alla Federazione e pure la rinascita dei Giochi della gioventù, potrebbe valere circa 300-350 milioni, da trovare per lo più con economie di spesa su altri stanziamenti previsti dalla Buona Scuola (o magari fondi europei).

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Dal Barcone alla serie C. Sibi il migrante, il viaggio è finito

di Lorenzo Fabiano ( Gazzetta dello sport 05-10-2018)

Il portiere della Virtus è partito dal Gambia: dopo il Sahara e il mare, è rinato  a Verona

Alla lingua italiana ancora non dà del tu, ma poco importa se le parole escono prima dagli occhi: quando lasciò il suo Gambia e partì in cerca di una nuova vita laggiù, oltre il deserto, oltre il mare dove dicono che ad attenderti ci sia un futuro migliore. Li chiamano i viaggi della speranza, ma il suo è l’inseguimento di un sogno: Sheikh, che nel suo paese d’origine giocava a pallone e guardava il nostro campionato in televisione, sognava di fare dei guantoni da portiere la sua professione prendendo a modello il suo idolo Gigi Buffon. Continua a leggere Dal Barcone alla serie C. Sibi il migrante, il viaggio è finito

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Il numero 12 non è più in catene “con il turnover giocano tutti”

di Maurizio Crosetti (La Repubblica 26-09-2018)

Nove portieri della Serie A erano riserve lo scorso anno: nessuno è più titolare per sempre. Il calendario fitto e il gioco con i piedi hanno allargato le rose pure in questo ruolo.

Nel calcio mutante, il dodicesimo uomo non esiste più. Essere portiere di riserva è stata per decenni una scelta e insieme una condanna alla prigione della panchina, fine pena mai. Ma adesso è cambiato tutto, si gioca sempre (tre volte in otto giorni in questo turno di campionato stretto tra le Coppe) e servono tanti, troppi calciatori. Anche nel ruolo in teoria più rigido e meno intercambiabile, il portiere appunto, la titolarità è spesso astratta, non più un abito da indossare in eterno. Addirittura 9 portieri titolari in serie A erano riserve l’anno scorso. Stasera nella Juventus gioca Perin, dodicesimo dell’ex dodicesimo Szczesny. La catena della riserva liberata riguarda le grandi (la Juve, ma anche il Napoli con Ospina che era la riserva di Cech all’Arsenal), le medie (l’Atalanta si affida a Gollini, il Bologna a Skorupski che stava fuori alla Roma) e le medio/piccole (Sepe a Parma, Scuffet all’Udinese, Marchetti al Genoa, Gomis alla Spal, Terracciano all’Empoli). In porta c’è posto. Continua a leggere Il numero 12 non è più in catene “con il turnover giocano tutti”

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Dov’è la fantasia? 85 bambini su 100 scappano dal calcio

di Francesco Saverio Intorcia (La Repubblica 14.09.2018)

Negli ultimi dieci anni una fuga massiccia dal calcio. Smettono di divertirsi già prima di essere adolescenti. La selezione si fa sul fisico e non sulla tecnica. Gli allenatori privilegiano i nati nei primi mesi dell’anno. 

Negli ultimi dieci anni l’85% dei bambini che avevano iniziato a giocare a calcio vi hanno detto addio. Lo hanno fatto prima ancora di diventare adolescenti, forse attirati da altro, forse per le pressioni germogliate intorno a loro, forse più semplicemente perché avevano smesso di divertirsi. Se tra loro ci fosse un campione che non ammireremo, non lo sapremo mai. Certo restringere il bacino vuol dire ridurre la possibilità di scelta. Proprio mentre il gap con il resto d’Europa, lo dicono i risultati sportivi, continua ad allargarsi. Continua a leggere Dov’è la fantasia? 85 bambini su 100 scappano dal calcio

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Claudio Filippi: chi è l’uomo che prepara i numeri uno della Juve

di Giovanni Albanese (Juventusnews24.com)

Dal Chievo al Chievo: Claudio Filippi si appresta a cominciare con nuovi obiettivi la sua nona stagione alla Juve

L’inizio di campionato per la Juve sul campo del Chievo sarà inevitabilmente speciale. Riflettori puntati su Cristiano Ronaldo, che esordirà in Serie A allo Stadio Bentegodi come fece Maradona. Ma sarà un inizio speciale anche per Claudio Filippi, preparatore dei portieri della Juventus, giunto in bianconero in punta di piedi nel 2010 dopo essersi messo in luce proprio nello staff tecnico dei clivensi. A lui, col tempo diventato il massimo riferimento della scuola juventina dei portieri, si deve l’ottima prestanza di Gigi Buffon in questi anni e la crescita di tutti gli altri estremi difensori. Continua a leggere Claudio Filippi: chi è l’uomo che prepara i numeri uno della Juve

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Mercato portieri troppa frenesia: Kepa il portiere più pagato della storia

Con 80 milioni di cartellino Kepa Arrizabalaga (e con poco più di 50 presenze nella Liga)  diventa il portiere più costoso della storia del calcio. Una cifra record per il classe 1994 con talento da vendere ma ancora con tutto da dimostrare. Lo spagnolo batte infatti il primato ora di Alisson a quota 62.5 milioni (dati Transfermarkt), Gigi Buffon dal Parma alla Juve terzo con poco meno di 53 milioni spesi (anche se in tempi profondamente diversi) e i vari e recenti Ederson (2017), Neuer (2011) e Pickford (2011).

Portiere più caro della storia: battuto subito il record di Alisson

Costato ai Blues 80 milioni di euro, lo spagnolo classe ’94 ha immediatamente superato il primato stabilito soltanto lo scorso luglio da Alisson, che si era trasferito dalla Roma al Liverpool per una cifra complessiva di 75 milioni di euro tra parte fissa e bonus, un record fino a quel momento. Adesso, però, a balzare in testa alla speciale classifica dei portieri più pagati della storia del calcio è Kepa, che si innalza al primo posto davanti ad Alisson appunto e a Gigi Buffon, che nel 2001 era passato dal Parma alla Juventus per 53 milioni di euro. Ecco la top ten dei portieri più cari della storia:

Kepa (dall’Athletic Club al Chelsea) – 80 milioni
Alisson (dalla Roma al Liverpool) – 75 milioni
Buffon (dal Parma alla Juventus) – 53 milioni
Ederson (dal Benfica al Manchester City) – 40 milioni
Neuer (dallo Schalke 04 al Bayern Monaco) – 30 milioni
Pickford (dal Sunderland all’Everton) – 28,5 milioni
Toldo (dalla Fiorentina all’Inter) – 26,5 milioni
De Gea (dall’Atletico Madrid al Manchester United) – 25 milioni
Leno (dal Bayer Leverkusen all’Arsenal) – 25 milioni
Meret (dall’Udinese al Napoli) – 22 milioni più bonus Continua a leggere Mercato portieri troppa frenesia: Kepa il portiere più pagato della storia

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Metà Serie A sceglie di non avere il portiere titolare

di Federico Strumolo

Addio ai tempi del numero 1 inamovibile: dalla Juve al Milan, fino al Napoli, tra i pali ci si gioca il posto ogni partita. Continua a leggere Metà Serie A sceglie di non avere il portiere titolare

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Calciomercato, Alisson da record: tutti i portieri più costosi della storia

È ufficiale il trasferimento di Alisson dalla Roma al Liverpool per 75 milioni di euro, cifra più alta mai versata per un portiere nella storia del calciomercato. Scavalcato il record di Buffon che resisteva dal 2001, meglio pure di Ederson e Pickford nell’ultima sessione estiva. Ecco tutti i numeri uno ricoperti d’oro Continua a leggere Calciomercato, Alisson da record: tutti i portieri più costosi della storia