Fonte Corriere della sera del 31-05-2020
Luca Marchegiani: Ci sarà un periodo di difficoltà per i portieri. E le partite ora pesano di più.
William Vecchi: Con lo stadio deserto si perdono ulteriori riferimenti: ci saranno più errori.
La solitudine del portiere cresce a dismisura nel momento dell’errore e probabilmente crescerà ancora di più visto la ripresa a porte chiuse. Nel frattempo in Germania sono ripartiti. Alcuni portieri hanno avuto la sfortuna di vivere il silenzio tombale tra stadio vuoto e compagni di squadra. È successo a Burki del Borussia Dortmund contro il Bayer Monaco. Il portiere ha subito il goal con un pallonetto dai 22 metri.
Il portiere dell’Hertha, Jarstein si è lasciato sfuggire dalle mani la conclusione in porta di Schick del Lipsia. “Non so come sia potuto accadere” ha commentato a fine partita.
Infine Casteels del Wolfsburg, sorpreso dal colpo di testa dell’attaccante da distanza ravvicinata.
Manuel Neur si gode il primato del suo Bayer Monaco e del suo recente rinnovo con il club, ma il resto: “mi sento ancora più solo senza pubblico e la partita
sembra durare di più”. Thibaut Courtois, numero uno del Belgio e del Real Madrid ci tiene a precisare di “non aver perso la sensibilità delle mani sul pallone” ma aggiunge che “allenarsi individualmente è stato strano, l’allenatore dei portieri c’era, ma non potevamo interagire con lui”. C’è dunque il rischio che queste sensazioni nuove possano influire sulla prestazione del portiere.
“I portieri possono essere esposti a un periodo di difficoltà di adattamento — spiega Luca Marchegiani. Mi colpiscono le parole di Neuer: anche per me le prime partite della stagione erano più lunghe da assorbire mentalmente. Ma qui è diverso, perché veniamo da, uno stop di due mesi e mezzo senza precedenti, non ci sono amichevoli di preparazione e ultima cosa, ma non meno importante, le partite a questo punto della stagione pesano ancora di più. E dire che in Germania il lockdown è stato più leggero, per cui lo stesso Neuer si è allenato a casa con il preparatore e con una porta regolamentare. Qui da noi non era possibile e ripetere i gesti che poi si devono fare in partita è stato molto più complicato per un portiere, rispetto agli altri ruoli. Le difficoltà ci saranno anche per chi non è abituato a preparare una partita ogni tre giorni e saranno legate al recupero delle energie nervose. Le porte chiuse? È più difficile trovare la concentrazione e alla lunga diventa mortificante per tutti”
Anche lo storico preparatore del Milan e del Real Madrid di Carlo Ancelotti, William Vecchi entra nel dibattito: “La solitudine si sente anche in allenamento, ed è una sensazione bruttissima, ma i portieri sono abituati. Piuttosto credo lo stadio vuoto rischi di togliere ulteriori riferimenti e alterare certi equilibri: nella nuova interpretazione del ruolo bisogna impostare il gioco e questo aumenta notevolmente le difficoltà, per cui i portieri sbaglieranno sempre di più. Per quanto riguarda il raffronto con la Germania, va detto che tecnicamente i portieri hanno un approccio diverso da quello italiano, ad esempio trattengono meno il pallone”.