L’analisi dell’evoluzione del passaggio lungo nel calcio, basandosi su un approfondimento pubblicato da The Athletic sul campionato di Premier League. L’articolo esplora i cambiamenti tattici nel gioco, evidenziando la diminuzione della frequenza dei lanci lunghi da parte dei portieri a favore della costruzione del gioco dal basso.
Negli ultimi anni, l’evoluzione tattica del calcio ha trasformato profondamente l’approccio delle squadre, imponendo un nuovo standard di gioco basato sulla costruzione dal basso. Questo stile, caratterizzato da passaggi corti e articolati dalla difesa segnando un chiaro superamento del tradizionale ricorso al lancio lungo. In passato, chi adottava un approccio basato sul possesso palla era considerato un’eccezione. Oggi, la situazione si è completamente ribaltata: sono le squadre che mantengono un approccio diretto a rappresentare l’eccezione. In questo contesto, i passaggi corti dalla difesa e il coinvolgimento del portiere nella manovra sono diventati standard.Il ruolo del portiere ha subito una trasformazione radicale. In passato si limitava sostanzialmente ai rilanci lunghi (e, nonostante la diminuzione, rimane ancora il giocatore con più passaggi lunghi in campo), ma l’introduzione della regola sul retropassaggio nel 1992 e l’influenza del Barcellona di Guardiola hanno determinato un netto cambiamento. Oggi il numero uno è parte della costruzione del gioco, si assume responsabilità precise nella distribuzione del pallone e si integra nella strategia collettiva.
Percentuale dei passaggi lunghi dei portieri della Premier League
Dall’inizio della stagione 2018-19, la Premier League ha registrato un cambiamento significativo nello stile di gioco dei portieri. In particolare, la percentuale di lanci lunghi – definiti come passaggi di almeno 32 metri – è diminuita dal 69% al 45% nell’arco di sei anni. Questo trend si inserisce nel contesto dell’evoluzione tattica del campionato, coincidente con l’impatto di allenatori come Pep Guardiola, che aveva iniziato il suo percorso al Manchester City appena due stagioni prima.
Portieri tecnici e pressing alto: il ritorno del passaggio lungo
Non è un caso che il pressing alto rappresenti l’evoluzione tattica più coerente, sfruttando la vicinanza alla porta per riconquistare il pallone in una zona del campo estremamente favorevole. In questo scenario, ridurre il margine di errore è fondamentale, poiché recuperare successivamente risulta più complesso. Cambia pertanto l’allenamento specifico dei portieri: non si limita più ai semplici rilanci lunghi, ma concentra l’attenzione sulla precisione del controllo e del calcio con entrambi i piedi. Questo modo di praticare le abilità con i piedi permette di attenuare il rischio di errore, ampliare le soluzioni a disposizione e compiere scelte migliori in partita.
Al contrario, gli allenatori, con l’obiettivo di consolidare la costruzione dal basso e contrastare efficacemente questo genere di pressione, coinvolgono attivamente i portieri in esercitazioni a campo ridotto. Inoltre si tenta di perfezionare strategie mirate ad aggirare le contromisure difensive, generando situazioni-esca capaci di attirare gli avversari e spingere la linea arretrata verso il centrocampo.
In questo contesto, alcuni tecnici hanno riscoperto il lancio lungo come una soluzione vincente, nonostante i dati ne segnalino una progressiva diminuzione. L’intensificazione del pressing aggressivo e l’innalzamento delle linee difensive rendono il lancio lungo un’arma tattica preziosa, purché utilizzata con la massima precisione e finalità chiare. Le squadre sfruttano i propri portieri per isolare attaccanti fisicamente dominanti contro i difensori rivali, obbligando l’avversario a compiere scelte complesse. È una strategia applicata con successo dal Manchester City di Pep Guardiola, capace di utilizzare Ederson per recapitare palloni lunghi verso Erling Haaland, ottimizzando lo spazio creato dal pressing uomo su uomo.
“Quando riesci a isolare Haaland contro un difensore centrale, con la qualità che abbiamo con Ederson e (il portiere di riserva) Stefan Ortega, è un’arma che dobbiamo sfruttare,” ha dichiarato Guardiola dopo la vittoria per 2-1 del City quel giorno.
Non è la prima volta che il City ha utilizzato i lanci lunghi di Ederson verso un attaccante per superare i sistemi di pressing a uomo. Considerate le caratteristiche e i profili di questi due giocatori, è una soluzione vincente.
Altri esempi pratici
Allo stesso modo, il Liverpool impiega il lancio lungo dei propri portieri per innescare combinazioni veloci e triangolazioni sulle fasce, con Mohamed Salah come punto di riferimento.
Salah ha ricevuto il 42% dei passaggi lunghi completati dai portieri del Liverpool in Premier League in questa stagione, un netto aumento rispetto alle sei stagioni precedenti.
L’Arsenal utilizza un approccio simile con David Raya, che indirizza la maggior parte dei suoi passaggi lunghi su Kai Havertz, liberando aree chiave del campo e aumentando le possibilità di andare in gol. In altre situazioni, questa strategia non risulta altrettanto efficace: il Manchester United di Erik ten Hag fatica a trarre vantaggio dai lanci lunghi di Andre Onana verso Diogo Dalot, a conferma che tali mosse richiedono, abilità tecniche di entrambi gli attori, sincronismi complessi e una precisa lettura degli spazi. Quando riescono, tuttavia, i risultati sono evidenti.
L’uso del lancio lungo non è più un semplice “tentativo di liberarsi del pallone”, ma parte di un piano d’attacco strutturato e flessibile, capace di eludere il pressing portando il gioco in zone avanzate. I numeri mostrano un calo quantitativo di questi lanci, ma la loro importanza tattica è in crescita, soprattutto nelle squadre guidate da allenatori noti per privilegiare uno stile di gioco che tradizionalmente evita l’uso di lanci lunghi.