di Giovanni Albanese (www.bordocampo.net).
Dodici parate nello specchio della porta e un’uscita bassa a spegnere un’azione pericolosa. E’ proprio il caso di dirlo: menomale che c’era Stefano Sorrentino a difendere la porta del Chievo nell’ultimo match di campionato con l’Inter.
L’assedio nerazzurro, infatti, ha esaltato ancora una volta le qualità dell’estremo difensore clivense. Tradotta in numeri, la sua prova è stata davvero incredibile, una parata dietro l’altra. Le tre reti subite sono sembrate più il naturale effetto delle numerosi conclusioni avversarie, reti nelle quali il portiere difficilmente avrebbe potuto fare qualcosa. Per il resto, novanta minuti di altissima scuola portieri. Meno bene la statistica di passaggi riusciti, solo uno su dieci, con la scelta mirata di andare sempre alla ricerca degli attaccanti in profondità.
Per il classe 1979 del Chievo, figlio d’arte (il padre Roberto fece tutte le categorie da professionista fino ad approdare nella massima serie con la maglia del Bologna), non è la prima prestazione esaltante di questa stagione. La sua esperienza si conferma così sempre più importante per la formazione di Maran.
Stasera @Sorrentino scenderà in campo con un paio di guanti speciali dedicati al collega @MattiaPerin! #incampoconste #IlCalcioèDiChiLoAma pic.twitter.com/kwyDZlsLE0
— Serie A TIM (@SerieA_TIM) 14 gennaio 2017