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Il caso Diarra: la Corte UE contro la FIFA. Nuove regole per il mercato dei calciatori

Diarra

Nel 2024, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha pronunciato una sentenza che potrebbe rivoluzionare il mercato dei trasferimenti nel calcio internazionale. Il caso si basa sulla controversia legale tra l’ex calciatore Lassana Diarra e il suo ex club, la Lokomotiv Mosca.

Il Caso Lassana Diarra

Il caso inizia nell’agosto 2014, quando la Lokomotiv Mosca rescinde unilateralmente il contratto di Diarra, accusandolo di inadempienze contrattuali. Il club russo richiede un indennizzo di 20 milioni di euro, mentre il giocatore reclama il pagamento degli arretrati salariali. Nel frattempo, Diarra raggiunge un accordo per trasferirsi al Charleroi, un club belga. Tuttavia, il Charleroi si ritira dall’accordo a causa dei rischi connessi alle sanzioni imposte dalle regole FIFA, che bloccavano il trasferimento fino alla risoluzione della disputa legale.

Diarra, senza un club per quasi un anno, si trova quindi svincolato e impossibilitato a firmare per altre squadre. Questo episodio ha dato il via a una lunga battaglia legale, culminata nel verdetto della Corte UE, che ha dichiarato alcune delle norme FIFA contrarie al diritto europeo. La Corte ha stabilito che tali regole ostacolavano la libera circolazione dei giocatori all’interno dell’UE e imponevano sanzioni finanziarie e sportive sproporzionate sia ai giocatori sia ai nuovi club

Implicazioni della Sentenza per i Calciatori Professionisti

La sentenza della Corte UE apre nuove prospettive per i calciatori che vogliono risolvere i contratti con i club. Prima di questa decisione, chi rescindeva un contratto senza giusta causa rischiava sanzioni finanziarie pesanti e la sospensione dalle competizioni, creando rischi anche per i club disposti a ingaggiarli. Con la sentenza, queste norme sono state dichiarate sproporzionate e in violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori, soprattutto per quanto riguarda la libera circolazione all’interno dell’Unione Europea.

Un esempio interessante di come altri paesi gestiscono le rescissioni contrattuali è il modello spagnolo, dove è prevista una clausola di risoluzione nota come “buyout clause”. Questa clausola, obbligatoria nei contratti dei calciatori, stabilisce una cifra prefissata che il giocatore o il club pagheranno in caso di rescissione anticipata. In questo modo, si evita il rischio di dispute legali o sanzioni finanziarie imprevedibili, dando maggiore certezza sia ai calciatori che ai club interessati ad acquisirli  .

La Corte ha quindi invitato la FIFA a considerare sistemi simili per consentire ai giocatori di risolvere i contratti con più libertà e trasparenza, senza gravare inutilmente sui club o bloccare le carriere dei calciatori.

Le possibili modifiche alle regole FIFA. Nuovi scenari per allenatori e dirigenti

A seguito della sentenza della Corte UE, la FIFA sarà costretta a modificare il proprio Regolamento sullo Status e Trasferimento dei Calciatori (RSTP), in particolare gli articoli che riguardano la risoluzione dei contratti senza giusta causa. La sentenza non elimina completamente le sanzioni, ma richiede che siano meno punitive e più proporzionate, allineandosi ai principi della libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione Europea  .

Per gli allenatori e dirigenti, questo cambiamento richiede un nuovo approccio alla gestione dei contratti e del mercato dei trasferimenti. Dovranno prendere in considerazione la mobilità dei giocatori come elemento chiave nella pianificazione delle squadre. Sarà essenziale sviluppare strategie contrattuali che includano clausole di rescissione chiare e trasparenti, evitando dispute legali prolungate. Inoltre, i dirigenti dovranno prepararsi a un mercato più dinamico, con giocatori che potrebbero cambiare squadra con maggiore facilità.

Fonte: ilsole24 5 ottobre 2024

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