Non è ancora finita la fase a gironi e già sono molti i protagonisti in negativo. In particolare, quello della Romania, con la sua uscita a vuoto contro l’Albania, ha condannato la sua nazionale all’eliminazione
Sembrano tanti piccoli Jacques Tati, nella sua rappresentazione del portiere sconfitto che finisce sempre col raccogliere il pallone in fondo alla rete a causa delle sue strampalate uscite. Sembrano destinati a passare alla storia come il personaggio interpretato dal mimo francese che, in maniera un po’ goffa, s’infortunava calciando il pallone e usciva dal campo zoppicante col suo inseparabile trench. Sarà l’aria francese o sarà un caso, ma i portieri di Euro2016, in queste prime giornate, hanno ricordato, più o meno inconsapevolmente, quelle scenette, rendendosi protagonisti di papere imbarazzanti e spesso decisive.
GRUPPO A — La differenza, poi nemmeno così irrilevante, è che il pallone ciccato da Tati era immaginario e il risultato un’ilarità generale da parte del pubblico. Cosa che non si può certo dire per gli errori di Tatarusanu e Berisha, che sono costati alle loro nazionali la sconfitta all’esordio. Sul portiere della Romania pesa la goffa uscita che ha permesso a Giroud di portare in vantaggio la Francia, nella gara poi terminata 2-1 per i padroni di casa – da segnalare, però, le proteste per una carica scorretta del bomber francese -, mentre su quello dell’Albania grava l’imprudente intervento a vuoto costato la sconfitta contro la Svizzera. Ma a vincere la sfida delle papere, tra i due, è stato il portiere della Fiorentina, che nello scontro diretto, ha letto male la traiettoria di un cross, lasciando la porta sguarnita: Sadiku ne ha approfittato e, con un preciso colpo di testa, ha realizzato il gol vittoria.
GRUPPO B — Ma la “sindrome di Tati” ha colpito anche il gruppo B, in cui i portieri hanno evidenziato più di qualche problemino con le punizioni. Per la gioia di Gareth Bale. Il gol di Mister 100milioni contro la Slovacchia è arrivato grazie alla complicità di Kozakic, che si è reso protagonista di un evidente errore di posizionamento, mentre quello contro l’Inghilterra, è stato propiziato da un intervento incerto di Joe Hart, dal quale è legittimo aspettarsi di più su un tiro che – seppur “maledetto” – era distante 30 metri. Dopo la papera al Mondiale 2014, che fece il giro del mondo, quando sulla panchina della Russia era seduto Fabio Capello, è tornato a ripetersi anche Akinfeev, che si è fatto beffare sul proprio palo dalla punizione non irresistibile di Dier. E se un indizio è un indizio, due sono una coincidenza, ma tre fanno una prova, chissà che i piccoli Jacques Tati non tornino a colpire già a partire dalle prossime giornate…
@MichelaCuppini Gazzetta dello Sport