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“Il campionato è finito, i risultati sono sotto gli occhi di tutti e ci si interroga sull’andamento alla stagione appena trascorsa” (Filippi, 2009). È un momento particolare, si pensa ciò che di buono è stato fatto e cosa bisogna migliorare; in pratica, ci si proietta sul futuro e con un pizzico di adrenalina si prepara la nuova avventura. Una nuova sfida è alle porte, nuovo ritiro pre-campionato darà l’imprinting all’intera stagione. Da anni durante i corsi di aggiornamento incontro allenatori di portieri che mi chiedono: “parliamo della preparazione pre-campionato? Come possiamo comportarci?”. Le domande sono ricorrenti, pertanto l’argomento è sicuramente di comune interesse. Infatti, in particolar modo durante l’estate, anche gli allenatori dei portieri delle squadre dilettantistiche, diventano un po’ professionisti, cioè hanno a disposizione parecchie sedute ravvicinate; talvolta c’è spazio sia per l’allenamento mattutino sia per quello pomeridiano. Quindi il quesito è: l’allenamento è solo un contenitore in cui inserire delle esercitazioni oppure è un periodo nel quale utilizzare proposte e progressive per conoscenze difficoltà, utile a raggiungere obiettivi fisici, tecnici e tattici? Proviamo a rispondere nelle prossime righe a queste e altre domande che vengono di conseguenza.
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Tre momenti
“In primo luogo, l’obiettivo della preparazione è quello di costruire uno stato di forma che elevando le capacità fisiche, tecniche e tattiche dei giocatori consenta di essere subito competitive ad avvio stagione” (Tessitore, 1997). A tale scopo la preparazione può essere suddivisa in tre fasi:
1. Attivazione (5-6 giorni)
2. Costruzione (3 settimane)
3. Avvicinamento alle gare (1 settimana)
In parole molto semplici, la fase di attivazione consente all’atleta di raggiungere un livello di fitness sufficiente per affrontare quella di costruzione. In passato, questo momento veniva svolto dei calciatori durante le vacanze estive, attualmente è consuetudine inserire questo periodo con collegialmente prima della partenza per il ritiro. La fase di costruzione invece, ha lo scopo di far crescere lo stato di forma delle capacità fisiche e tecniche; aumentano, infatti il volume l’intensità del lavoro. La fase di avvicinamento alle gare propone la settimana tipo che linea di massima sarà sviluppata nel corso della stagione come avrete potuto intuire, quella della preparazione non dove essere un momento a parte, ma è solo il primo, seppur ben definito, dell’intera stagione sportiva e l’allenatore dei portieri, in questi giorni, avrà la possibilità di comunicare gli intendimenti per i successivi 10 mesi (imprinting). Per esempio, se un tecnico durante l’anno non avrà molto tempo a disposizione (2-3 allenamenti settimanali) e sceglierà di non eseguire la parte fisica specifica per insistere sull’ambito tecnico-tattico, tranne che per il primo periodo di attivazione (5-6 giorni), comincerà a operare secondo lo schema che adotterà in seguito. È una scelta condivisibile perché l’allenamento tecnico, se svolto con adeguata intensità, include lo sviluppo delle componenti atletiche ed è preferibile a quello misto, in cui le esercitazioni di tecnica sono preceduti da balzi di varia natura. Infatti, l’atleta rischia di non effettuare correttamente né la parte fisica né quella tecnica, con palese difficoltà per il mister nel correggere i gesti specifici del ruolo. “E se allenatore dei portieri non corregge, decade uno degli aspetti per cui è stata istituita la figura di uno specialista nella cura e nella preparazione dei numeri uno” (Filippi, 2008).
Come lavorare?
In che modo, però, si costruisce uno stato di forma per essere competitivi a inizio stagione? Grazie ai mezzi e ai metodi di allenamento. Ogni tecnico avrà i propri, ma tutti i mister, anche se con modalità differenti, dovranno scegliere in merito agli aspetti aerobici, di forza, tecnici e tattici che desidera inserire nella programmazione. Infatti è proprio nella decisione e nella collocazione di questi aspetti che si possono incontrare più difficoltà. Proviamo a fare chiarezza, ricordando che il “buon senso” è fondamentale. Sempre!
Gli aspetti aerobici
Il momento di maggiore ansia per gli allenatori dei portieri e quello della scelta della parte fisica da inserire nella pianificazione e in special modo riguarda le “corse”. Fermo restando che, come detto più volte, la collaborazione con il preparatore atletico è determinante, “bisogna confrontarsi con il luogo comune secondo il quale il portiere non deve… Correre” (Filippi, 2007). In realtà, il numero uno, se pur vero che non deve diventare un maratoneta, necessita di una piccola parte di intervento aerobico a inizio stagione poiché, arrivando da un periodo di inattività, il miglioramento di tali componenti gli consente di raggiungere più rapidamente un livello di fitness ottimale per “sopportare” meglio l’allenamento specifico. Così facendo, si sviluppa la capacità di recupero e, nel periodo di costruzione ad esempio, l’estremo difensore sarà in grado di eseguire un maggior numero di ripetizioni di uno stesso gesto nella medesima seduta, incrementando così la possibilità di consolidarlo più rapidamente. Il dosaggio di queste proposte è un aspetto importante perché spesso i portieri non abituati a correre patiscono degli affaticamenti ai muscoli flessori e polpacci.
La forza
Ecco un altro snodo cruciale, l’allenamento della forza degli arti inferiori. Il consiglio è di utilizzare, nelle prime giornate, delle esercitazioni introduttive alle sedute con balzi, ostacoli o sovraccarichi o con qualunque mezzo si intenda proporre in seguito. Tra quelli più interessanti vi sono le proposte di tipo coordinativo, che potranno diventare dalla preparazione in poi uno strumento fondamentale per l’incremento della coordinazione di arti superiori e inferiori e per sopperire o integrare l’esercitazione di adattamento della forza. Inoltre, in questo periodo considerando la disponibilità di tempo, si svolgono spesso interventi per la muscolatura della parte superiore che durante l’anno, sempre per le stesse ragioni, spesso non si riescono a portare avanti. E’ funzionale inserire i lavori in cui si è convinti, trovando i tempi e i modi di utilizzo nel programma settimanale.
La tecnica
Durante questo periodo, sarà necessario svolgere, specie nella prima settimana di lavoro, una “revisione” dei gesti tecnici. Ricominciando dagli esercizi addestrativi (quelli che comunemente si definiscono da settore giovanile) per far riprendere confidenza con il pallone, il contatto con il terreno e la valutazione delle traiettorie. Col passare del tempo la qualità delle esercitazioni addestrative diminuisce a favore di quelle di allenamento, dove gradualmente cresce l’intensità delle richieste così come il livello attentivo. Si inseriscono chiaramente con maggiore frequenza proposte che simulano situazioni di partita.
Allenamento di reparto
La partecipazione dei portieri alle fasi di addestramento tattico della difesa e una da parte decisiva del lavoro di preparazione. Infatti, questa è l’occasione per consentir loro di conoscere dettagliatamente i movimenti dei difensori e le strategie del reparto, oltre le caratteristiche dei compagni della linea. In effetti, una delle richieste che viene fatta al portiere e quella di comandare la difesa: ma come richiamare o dare consigli tattici e compagni se non si conoscono i movimenti dei difensori?
Conoscersi è indispensabile
La fase di preparazione è dedicata anche alla conoscenza degli atleti, in particolar modo quando si tratta di portieri non avuti negli anni passati. Nel periodo che precede il pre-campionato dovremmo cercare di sapere qualcosa degli atleti con cui lavoreremo in forma indiretta, attraverso informazioni generali e se possibile visionando le immagini di partite che ci dicono qualcosa del giocatore sotto il profilo tecnico tattico. Durante il pre-campionato, invece, il tutto avverrà direttamente e avremo il quadro generale delle squadre nelle quali ha giocato, dei mister e degli allenatori dei portieri che lo hanno seguito, insomma sapremo il suo vissuto. E tutto tramite il dialogo. Infatti, in ambito tecnico, tattico, fisico o psicologico, il dialogo sarà l’elemento che consentirà di avere il polso della situazione del portiere anche dal punto di vista umano. Ma vi sono pure altre domande alle quali dare una risposta: come decidere i mezzi di allenamento atletico se non conosco gli infortuni subiti e con quali metodi ha ottenuto i migliori risultati? Che tipo di allenamento è abituato a svolgere in ambito tecnico tattico? Ecco che l’inizio dell’anno è il momento ideale per comprendere tutto ciò, insieme all’interpretazione che il ragazzo da al ruolo (Filippi, 2007).
Le esercitazioni
Per quanto riguarda le proposte pratiche per il portiere, non è determinante una programmazione completa con tutti gli esercizi. Ogni numero uno è diverso dall’altro e in più ogni ritiro pre-campionato presenta caratteristiche differenti. Vi propongo, invece, due esempi per farvi comprendere meglio la differenza tra esercizio addestrativo ed esercizio allenante. Una volta compresa questa classificazione sono certo che ogni tecnico dei portieri saprà scegliere in modo più appropriato e accurato le proposte da inserire nella programmazione.
Esercizio di presa (dall’addestrativo all’allenante)
Il mister calcia la palla al volo in direzione del portiere; questo esegue delle semplici prese con distensione delle braccia in avanti. La stessa proposta può cambiare accezione diventando più allenante inserendo per esempio una sagoma che ostacola la visuale.
Esercizio per la parata in deviazione (dall’addestrativo all’allenante)
Il portiere è tra i pali; il tecnico è in prossimità del dischetto di rigore ed esegue un tiro al volo alla destra del portiere. Il portiere para in deviazione (il lato di parata è conosciuto dal portiere). Il medesimo esercizio può essere svolto con il mister che il calcio sia alla destra sia alla sinistra del portiere con quest’ultimo che dovrà scegliere la soluzione migliore per compiere una parata in deviazione.
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