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Dal Barcone alla serie C. Sibi il migrante, il viaggio è finito

di Lorenzo Fabiano ( Gazzetta dello sport 05-10-2018)

Il portiere della Virtus è partito dal Gambia: dopo il Sahara e il mare, è rinato  a Verona

Alla lingua italiana ancora non dà del tu, ma poco importa se le parole escono prima dagli occhi: quando lasciò il suo Gambia e partì in cerca di una nuova vita laggiù, oltre il deserto, oltre il mare dove dicono che ad attenderti ci sia un futuro migliore. Li chiamano i viaggi della speranza, ma il suo è l’inseguimento di un sogno: Sheikh, che nel suo paese d’origine giocava a pallone e guardava il nostro campionato in televisione, sognava di fare dei guantoni da portiere la sua professione prendendo a modello il suo idolo Gigi Buffon. Continua a leggere Dal Barcone alla serie C. Sibi il migrante, il viaggio è finito

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Il numero 12 non è più in catene “con il turnover giocano tutti”

di Maurizio Crosetti (La Repubblica 26-09-2018)

Nove portieri della Serie A erano riserve lo scorso anno: nessuno è più titolare per sempre. Il calendario fitto e il gioco con i piedi hanno allargato le rose pure in questo ruolo.

Nel calcio mutante, il dodicesimo uomo non esiste più. Essere portiere di riserva è stata per decenni una scelta e insieme una condanna alla prigione della panchina, fine pena mai. Ma adesso è cambiato tutto, si gioca sempre (tre volte in otto giorni in questo turno di campionato stretto tra le Coppe) e servono tanti, troppi calciatori. Anche nel ruolo in teoria più rigido e meno intercambiabile, il portiere appunto, la titolarità è spesso astratta, non più un abito da indossare in eterno. Addirittura 9 portieri titolari in serie A erano riserve l’anno scorso. Stasera nella Juventus gioca Perin, dodicesimo dell’ex dodicesimo Szczesny. La catena della riserva liberata riguarda le grandi (la Juve, ma anche il Napoli con Ospina che era la riserva di Cech all’Arsenal), le medie (l’Atalanta si affida a Gollini, il Bologna a Skorupski che stava fuori alla Roma) e le medio/piccole (Sepe a Parma, Scuffet all’Udinese, Marchetti al Genoa, Gomis alla Spal, Terracciano all’Empoli). In porta c’è posto. Continua a leggere Il numero 12 non è più in catene “con il turnover giocano tutti”

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Dov’è la fantasia? 85 bambini su 100 scappano dal calcio

di Francesco Saverio Intorcia (La Repubblica 14.09.2018)

Negli ultimi dieci anni una fuga massiccia dal calcio. Smettono di divertirsi già prima di essere adolescenti. La selezione si fa sul fisico e non sulla tecnica. Gli allenatori privilegiano i nati nei primi mesi dell’anno. 

Negli ultimi dieci anni l’85% dei bambini che avevano iniziato a giocare a calcio vi hanno detto addio. Lo hanno fatto prima ancora di diventare adolescenti, forse attirati da altro, forse per le pressioni germogliate intorno a loro, forse più semplicemente perché avevano smesso di divertirsi. Se tra loro ci fosse un campione che non ammireremo, non lo sapremo mai. Certo restringere il bacino vuol dire ridurre la possibilità di scelta. Proprio mentre il gap con il resto d’Europa, lo dicono i risultati sportivi, continua ad allargarsi. Continua a leggere Dov’è la fantasia? 85 bambini su 100 scappano dal calcio

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Claudio Filippi: chi è l’uomo che prepara i numeri uno della Juve

di Giovanni Albanese (Juventusnews24.com)

Dal Chievo al Chievo: Claudio Filippi si appresta a cominciare con nuovi obiettivi la sua nona stagione alla Juve

L’inizio di campionato per la Juve sul campo del Chievo sarà inevitabilmente speciale. Riflettori puntati su Cristiano Ronaldo, che esordirà in Serie A allo Stadio Bentegodi come fece Maradona. Ma sarà un inizio speciale anche per Claudio Filippi, preparatore dei portieri della Juventus, giunto in bianconero in punta di piedi nel 2010 dopo essersi messo in luce proprio nello staff tecnico dei clivensi. A lui, col tempo diventato il massimo riferimento della scuola juventina dei portieri, si deve l’ottima prestanza di Gigi Buffon in questi anni e la crescita di tutti gli altri estremi difensori. Continua a leggere Claudio Filippi: chi è l’uomo che prepara i numeri uno della Juve

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Mercato portieri troppa frenesia: Kepa il portiere più pagato della storia

Con 80 milioni di cartellino Kepa Arrizabalaga (e con poco più di 50 presenze nella Liga)  diventa il portiere più costoso della storia del calcio. Una cifra record per il classe 1994 con talento da vendere ma ancora con tutto da dimostrare. Lo spagnolo batte infatti il primato ora di Alisson a quota 62.5 milioni (dati Transfermarkt), Gigi Buffon dal Parma alla Juve terzo con poco meno di 53 milioni spesi (anche se in tempi profondamente diversi) e i vari e recenti Ederson (2017), Neuer (2011) e Pickford (2011).

Portiere più caro della storia: battuto subito il record di Alisson

Costato ai Blues 80 milioni di euro, lo spagnolo classe ’94 ha immediatamente superato il primato stabilito soltanto lo scorso luglio da Alisson, che si era trasferito dalla Roma al Liverpool per una cifra complessiva di 75 milioni di euro tra parte fissa e bonus, un record fino a quel momento. Adesso, però, a balzare in testa alla speciale classifica dei portieri più pagati della storia del calcio è Kepa, che si innalza al primo posto davanti ad Alisson appunto e a Gigi Buffon, che nel 2001 era passato dal Parma alla Juventus per 53 milioni di euro. Ecco la top ten dei portieri più cari della storia:

Kepa (dall’Athletic Club al Chelsea) – 80 milioni
Alisson (dalla Roma al Liverpool) – 75 milioni
Buffon (dal Parma alla Juventus) – 53 milioni
Ederson (dal Benfica al Manchester City) – 40 milioni
Neuer (dallo Schalke 04 al Bayern Monaco) – 30 milioni
Pickford (dal Sunderland all’Everton) – 28,5 milioni
Toldo (dalla Fiorentina all’Inter) – 26,5 milioni
De Gea (dall’Atletico Madrid al Manchester United) – 25 milioni
Leno (dal Bayer Leverkusen all’Arsenal) – 25 milioni
Meret (dall’Udinese al Napoli) – 22 milioni più bonus Continua a leggere Mercato portieri troppa frenesia: Kepa il portiere più pagato della storia

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Metà Serie A sceglie di non avere il portiere titolare

di Federico Strumolo

Addio ai tempi del numero 1 inamovibile: dalla Juve al Milan, fino al Napoli, tra i pali ci si gioca il posto ogni partita. Continua a leggere Metà Serie A sceglie di non avere il portiere titolare

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Calciomercato, Alisson da record: tutti i portieri più costosi della storia

È ufficiale il trasferimento di Alisson dalla Roma al Liverpool per 75 milioni di euro, cifra più alta mai versata per un portiere nella storia del calciomercato. Scavalcato il record di Buffon che resisteva dal 2001, meglio pure di Ederson e Pickford nell’ultima sessione estiva. Ecco tutti i numeri uno ricoperti d’oro Continua a leggere Calciomercato, Alisson da record: tutti i portieri più costosi della storia

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Mondiale 2018. Il clima e gli studi in laboratorio: i gol nel finale non arrivano per caso

di Luca Valdiserri

Su 146 reti, 29 realizzate dopo l’85’ e 17 sono state decisive per il risultato

A Russia 2018, le giornate (intese come ore di luce) e le partite non finiscono mai. Su 146 gol segnati al Mondiale, infatti, ben 29 sono stati segnati dopo l’85’. Dato ancor più interessante: 17 di questi gol sono stati decisivi per il risultato finale. Le squadre che ne hanno segnati di più sono Brasile e Corea del Sud con 3 (Coutinho e Neymar contro Costa Rica, Firmino contro il Messico; Son contro il Messi- co e la Germania, Kim contro la Germania). I più importanti sono stati tre: quello di Shaqiri al 90’ in Svizzera-Serbia, che ha tutto sommato deciso la qualificazione agli ottavi e fatto scoppiare una guerra calcistico/diplomatica tra Belgrado e il Kosovo per l’esultanza di Shaqiri (e prima quella di Xhaka) con l’aquila bicipite della Grande Albania; quello di Rojo all’86’ in Argentina- Nigeria, che però si è rivelato soltanto una grande illusione, visto che l’Albiceleste è uscita alla partita dopo, contro la Francia, nonostante un altro gol a tempo scaduto segnato da Aguero; quello di Chadli al 94’, nell’ottavo di finale Belgio-Giappone 3-2, arrivato alla fine dell’azione forse più spettacolare di tutto il Mondiale: un contropiede fulminante partito da Courtois, condotto da De Bruyne, rifinito dall’assist di Meunier e dal «velo» in area di Lukaku per la conclusione finale, che non ha lasciato scampo a Kawashima. Una specie di staffetta 4×100 ai Giochi olimpici.

Nel finale delle partite ci sono stati gol di tutti i tipi. Gol di testa: Harry Kane in Inghilterra-Tunisia ma il colombiano Yerry Mina contro l’Inghilterra. Autogol: Bouhaddouz in Iran-Marocco e il portiere Sommer in Svizzera-Costa Rica. Gol che sembravano importanti e non lo erano: Kroos in Germania-Svezia o Aspas in Spagna-Marocco. Gol che sembravano inutili e hanno cambiato la storia del Mondiale: Ansarifard in Iran-Portogallo, che ha mandato Cristiano Ronaldo tra le fauci di Cavani. Gol segnati da chi non aveva niente da chiedere ma ci ha provato lo stesso fino all’ultimo: i due della Corea del Sud (Son e Kim) contro la Germania, quando pure Neuer aveva abbandonato la sua porta per andare in attacco.
Le ragioni di tanti gol nel finale? È lapalissiano che chi deve recuperare si butti in avanti e si scopra. Però ha sicuramente giocato un ruolo anche il fattore climatico. Il Mondiale si è giocato finora con temperature molto buone per calciatori stressati da una stagione lunghissima. Chi ha scelto il ritiro nei pressi di San Pietroburgo — come hanno fatto l’Inghilterra e la Croazia — ne ha tratto un sicuro beneficio. Ormai il calcio è diventato, se non una scienza esatta, un grande laboratorio per studiosi. Proprio come ha dimostrato l’Inghilterra che aveva preparato in modo maniacale quello che arriva ancora dopo l’ultimo fischio dell’arbitro: i calci di rigore.