Oltre a nuove specifiche sul fuorigioco e sul tempo di recupero, spicca la norma pro-rigoristi: durante l’esecuzione dei calci di rigore, i portieri non dovranno toccare i pali, la traversa, la rete o assumere altri atteggiamenti che possano distrarre i tiratori.
Sta facendo discutere la nuova regola scritta dall’ Ifab, l’organo che scrive le regole del calcio. Anche perché, dal dischetto di rigore, il portiere parte da una posizione di svantaggio. Non a caso si dice “rigore sbagliato” e quasi mai “parato”. La nuova regola entrerà in vigore dalla prossima stagione: prima del calcio di rigore, all’estremo difensore verrà richiesto di rimanere sulla linea di porta senza toccare la traversa, i pali e la rete. E non dovrà comportarsi in modo da distrarre ingiustamente chi calcia.
Nel gioco mentale per eccellenza, chi difende non potrà più mandare in confusione chi tira. “Si è appesantito un ruolo che era talento e istinto, ma è da trent’anni che va così. Il gol — spiega Giovanni Galli, campione del mondo ’82 — è la massima espressione di gioia, l’esaltazione di tutto. Lo si insegue a ogni costo per lo spettacolo, ma il portiere è costretto a pensare a cosa possa o non possa fare. Quando rispetti l’avversario dovresti poter far tutto. Se lo hai studiato bene con un passo laterale o con un movimento del corpo puoi indurlo a calciare dove vuoi tu.“
I cambiamenti del regolamento hanno spesso penalizzato il ruolo del portiere. Partendo dal lontano 1992, quando venne deciso che non si poteva più raccogliere un retro-passaggio con le mani. Successivamente ai portieri è stata aggiunta la difficoltà con i palloni, sempre più veloci e condizionabili attraverso traiettorie più complesse. Almeno sul pacchetto “rigore ed espulsione” per un’uscita fuori tempo si è tornati indietro. Oltretutto la regola per evitare comportamenti in modo da distrarre ingiustamente chi calcia è già prevista nella regola n.12: un calciatore titolare deve essere ammonito se è colpevole di comportamento antisportivo.
Si è rifatta viva invece, in campionato, la ripetizione dal dischetto in caso di invasione prima del tiro. Ne sa qualcosa Silvestri dell’Udinese, capace di fermare Lukaku e Ibrahimovic. Ma i passi anticipati di Masina e Beto hanno concesso un’altra chance sfruttata dai due. Era successo anche a Vicario dell’Empoli contro lo Spezia. “La regola esiste e andrebbe applicata in ogni partita. Ma va ripensata — aggiunge Galli — per non punire l’attaccante che segna o il portiere che para. Ed evitare che l’invasione possa diventare una strategia per aggiungere ulteriore pressione a chi calcia“.
Fonte La Repubblica 29 Marzo 2023