Fonte Il corriere dello sport 28-07-2020
Ho sempre creduto che chi stava dietro dava il suo contributo come chi stava davanti, ma un conto è dirlo, un conto è esserci. Mi sono messo alla prova. E sono fiero di averla superata.
Gianluigi Buffon ha messo la firma sul suo decimo scudetto alla Juventus e vince la sua sfida personale: stare in panchina. Un’esperienza non facile per il campione del mondo, anche perché Gigi aveva ancora voglia di giocare. “Sono contento, alla fine, per me era importante chiudere dei cassetti, altrimenti qualcosa sarebbe rimasto incompiuto. Avevo un obbiettivo: arrivare ai 10 scudetti visto che due me li hanno scippati. Ci sono riuscito. Anche il record di presenze mi fa piacere. Ma non è stato un anno facile. Mi sono sempre adattato, di natura sono altruista, però dovevo fare i conti con ciò che rappresento. Sono veramente contento di me come persona. Ho sempre creduto che bisognasse fare gruppo, che chi stava dietro dava il suo contributo come chi stava davanti. Ma un conto è dirlo, un conto è esserci. Mi sono messo alla prova. E fiero di me stesso, perché la prova l’ho superata. Questo è stato veramente un anno diverso, per me: fare il secondo, non volere la numero uno, non volere essere capitano. Ho sempre detestato i gradassi e questo era un modo per mettermi alla prova, per dire: io non lo sono. Sportivamente, quando sono stato chiamato, ho risposto sempre bene, dimostrando di essere ancora competitivo“. Durante il periodo di lockdown “non ho fatto nulla per due mesi eppure è bastata una settimana di allenamenti ed ero quello di prima, ero quello di sempre. Diventare Buffon è una somma di cambiamenti, che uno fa crescendo. Io avuto la fortuna di avere determinate doti, poi la fortuna di incanalarle nella giusta disciplina, nel rigore. E avuto l’umiltà di volermi sempre migliorare. Io vivo di sogni e utopie. Vivo di questo e non posso pensare che sia diversamente. Mi fa bene anche al fisico. Se non ho un capello bianco e per quel 20% di follia fanciullesca. Non posso pensare che mi venga meno l’entusiasmo“.