La redazione pubblica un articolo redatto da Tuttosport in data odierna (17-07-2017), dal giornalista Guido Vaciago.
“Giocavano per lo più per strada. In piazza d’armi, ma anche dalle parti D’Azeglio, il liceo dei fondatori della Juventus che ho frequentato anche io. Oppure in corso Matteotti, che all’epoca si chiamava corso Oporto. Proprio in quella zona abitava una delle sorelle dell’avvocato che vedendoci così impegnati con il pallone ci invitò in un campo dove si allenava la Juventus, con una piccola tribunetta e ci consentì di usarlo, dandoci anche le maglie bianconere. Per me che ero simpatizzante fu un momento emozionante. Ero un’ala veloce, un sette e mi piaceva fantasticare sulla squadra di Combi, Rosetta e Caligaris che aveva vinto cinque scudetti quando io ero un bambino. Combi aveva aperto un bar in piazza Castello dopo la chiusura della sua carriera, dove spesso si potevano incontrare i giocatori. Mi ricordo bene anche di Foni e Rava, i due terzini che vennero dopo. Poi venne la Guerra e io fui sfollato a San Maurizio Canavese. Mi torna in mente qualche sfida goliardica come quella dei “grassi contro i magri”, sulla schiena al del numero di maglia quello dei… chili! Io ero ovviamente tra i magri”.
Sorride con affetto, Piero Angela, ripercorrendo la sua vita da sportivo e gli anni in cui il calcio stava diventando importante nel nostro paese. Flash, salto in avanti di molti anni, e ritroviamo il Piero Angela giornalista, il più grande divulgatore che la televisione italiana abbia mai avuto, con i suoi toni pacati e l’indomita curiosità con la quale ha avvicinato generazioni di italiani alla natura e alla scienza. ” A Superquark ci siamo occupati spesso di sport e scienza. Il rapporto d’altra parte è molto stretto: la fisica, per esempio, può spiegare tanti fattori del calcio. Un giorno abbiamo invitati Stefano Tacconi per parare delle punizioni battute da un robot programmato da un fisico e che lanciava la palla a oltre cento chilometri all’ora. Abbiamo anche trattato il tema dell’alimentazione degli sportivi, con degli specialisti che avevano seguito delle squadre di vela”. Sotto sotto, però, Piero Angela non ha mai voluto vedere lo sport con gli occhi dello scienziato: “Lo sport ha una sua componente romantica, che ha a che fare più con il cuore che con il cervello. Preferisco conservare la visione poetica e non cercare troppo l’aspetto scientifico”. Tra i tanti sportivi che gli piacerebbe avere ospiti nella sua trasmissione, infatti, sceglie Gigi Buffon: ” E’ un personaggio che mi affascina. Intanto perché è un portiere e i portieri sono sempre speciali. Possono essere spettatori per lunga parte della gara, eppure a un certo punto hanno in mano il risultato. Sono diversi dai giocatori di movimento, ragionano in modo tutto loro, vivono la squadra e la solitudine. Ecco mi piacerebbe indagare questo aspetto. E Buffon, poi, mi sembra un bel personaggio, di notevole spessore umano”.