L’Italia, definita “stravagante” dal Ministro per lo Sport Andrea Abodi, è un paese dove lo sport è consumato attivamente attraverso discussioni in piazze reali e virtuali, ma paradossalmente occupa una posizione di rilievo tra le nazioni più sedentarie.
Al forum Italia 2023: persone, lavoro, impresa”, organizzato da PwC Italiane il ministro dello sport Andrea Abodi e il presidente del Coni, Giovanni Malagò, hanno preso la parola manifestando preoccupazione per i dati demografici allarmanti che inevitabilmente, stanno influenzando tutto il mondo dello sport (l’Italia è la nazione più vecchia di Europa e la seconda più vecchia nel mondo ndr). La statistica indica un nuovo minimo storico nel tasso di natalità a inizio 2023, con un’età media della popolazione in aumento. Malagò sottolinea la perdita di 5 milioni di persone in Italia, mentre la popolazione mondiale cresce.
I numeri
I dati raccolti a inizio 2023 rivelano un tasso di natalità al di sotto della soglia di estinzione, con un’età media della popolazione in costante aumento. Tale contesto, evidenzia la necessità di affrontare la questione partendo dalla base. L’età media della popolazione è di 46,4 anni ed è aumentata di 6 dal 2000, con previsione di un ulteriore incremento di 4 anni entro il 2040. “Siccome l’attività dì vertice parte dalla base, senza la materia prima è impossibile continuare a essere così competitivi” osserva il presidente del Coni. Al fenomeno inarrestabile, i presenti hanno poi analizzato i contributi statali per lo sport. L’Italia è al di sotto della media europea per spesa pubblica nello sport (73,6 euro procapite, contro i 119,7 di altri Paesi) e l’incidenza sul totale è solo lo 0,46% (media UE di 0,75%). Inoltre, una scuola su due non ha una palestra, i bambini iniziano a fare motoria solo in quarta elementare e il 94,5% degli adolescenti (dei bambini ndr) non pratica l’attività minima consigliata dall’Oms, cioè un’ora al giorno (sviluppando di fatto, l’analfabetismo motorio ovvero, l’incapacità di esprimere senza troppe difficoltà gli schemi motori di base della motricità umana con effetti devastanti nell’ambito sociale ndr).
Le infrastrutture
Nonostante il contributo statale (inferiore alla media europea), le risorse destinate allo sport rimangono insufficienti, con conseguenze visibili nelle carenze infrastrutturali, soprattutto nelle scuole (in cui si cela la fetta più ampia della nuova generazione. Inoltre, la nostra nazione persiste tra i paesi europei con gli stipendi più bassi, suscitando scarsa curiosità tra gli esperti emergenti nel vasto campo delle attività motorie come possibile futuro ambito lavorativo ndr). “Non viene fatto un impianto pubblico dalle Olimpiadi del 1960 – ha ricordato Malagò – e dobbiamo passare da un grande evento per trovare la motivazione o peggio ancora l’alibi per costruirne di nuovi“. Oggi esistono 77 mila impianti, il 60% con un’età superiore ai 40 anni (Guarda il nostro post su instagram facendo click qui).
Durante il forum, Abodi e Malagò hanno ribadito come lo sport sia fondamentale per l’economia con i suoi 104 mila occupati, almeno 100 mila tra asd e ssd e un contributo al Pil del 3,4%. Ad un impatto sociale di 1,5 miliardi ne corrisponde uno sanitario (cioè di risparmio sulla spesa) di 5,6 miliardi. È stato stimato che nel 2019 la sedentarietà è costata agli italiani ben 3,8 mld di euro, ovvero l’1,7% della spesa sanitaria nazionale. Se l’Italia raggiungesse la media dei Paesi Ocse quanto a popolazione sedentaria (34,7%), si eviterebbero ogni anno costi sanitari per 900 milioni di euro. Senza dimenticare che, la sedentarietà appesantisce letteralmente il cuore ed è dimostrato che trascorrere troppo tempo seduti da piccoli può raddoppiare il rischio di infarto o ictus da adulti.
Fonte [Corriere dello sport del 14-11-2023 – Adnkronos]