Ai microfoni di TeleRadioStereo, l’ex juventino Angelo Peruzzi ha analizzato l’evoluzione del ruolo del portiere nel calcio moderno:
“Facendo l’osservatore per alcune squadre, mi veniva richiesta prima la capacità di giocare coi piedi. Oggi purtroppo si prediligono portieri meno bravi tra i pali ma capaci di giocare meglio con i piedi. Se ci sono nuovi Peruzzi? Fisicamente il ruolo del portiere è cambiato, si cercano portieri alti e più magri. Non dimentichiamoci che in Italia c’è ancora il più forte del mondo, ovvero Gigi Buffon. Oggi nel mondo ce ne sono 4-5 al suo livello. Tutti dicono che i portieri devono essere matti ma io ho sempre pensato il contrario: il portiere per essere forte deve essere mentalmente forte, il ruolo al 70% è fatto di conoscenza. Deve essere il giocatore che deve ragionare più di tutti, conoscendo il gioco della propria squadra e quello degli avversari per riconoscere le situazioni di gioco sapendo guidare i compagni in ogni momento della partita. Italia? Non ci sono più gli istruttori che c’erano fino ad un decennio fa. La tecnica del portiere è la cosa più importante ed oggi pochi preparatori sanno insegnarla. Sono nate tantissime scuole calcio, a Coverciano si prende anche un patentino da preparatore dei portieri ma evidentemente è un settore da migliorare. Ai giovani bisogna insegnare la tecnica da portiere, questa è la cosa essenziale”
In linea con le parole del Mister Peruzzi, la redazione ha pensato di condividere con i lettori alcune riflessioni.
Tutto sta cambiando, basti pensare che nel 2014 la musica digitale ha venduto più di quella stampata per la prima volta nella storia e che tra non molto arriverà anche in Italia la TV in streaming di Netflix. All’apparenza viviamo in una società in cui tutti sembrano libri aperti. I post su Facebook, le foto caricate su Flikr, i video di Youtube, raccontano con metodi diversi la nostra vita e la nostra realtà. Chiunque, in qualunque parte del mondo, può vedere tutto e sapere tutto, questo è il potere della comunicazione dei social network. Non c’è un filtro nella creazione di contenuti, e non c’è un filtro nella ricerca di questi contenuti. Quello che si accumula giorno dopo giorno in Rete è un infinito catalogo di situazioni, parole, pensieri, sentimenti che è a disposizione di tutti in ogni momento. Ma quello che comunichiamo al mondo, il messaggio che mandiamo è davvero la realtà?
Internet è una delle principali innovazioni tecnologiche, indubbiamente è diventato indispensabile è ai giorni nostri ha facilitato notevolmente le nostre abitudini quotidiane. E’ uno dei tanti motivi per cui oggi sono cambiate certe abitudini e le persone pensano che andando sul web possono fare qualsiasi cosa: oggi sono tutti esperti in qualcosa. Voglio cucinare? Non partecipo alle scuole di cucina, vado su Youtube! Ho un dolore ad un braccio? Non chiamo il medico, cerco su Google! Voglio mettere “massa”? Non contatto un laureato in scienze motorie, effettuo l’iscrizione al gruppo “Faccio la forza” su Facebook, dimenticando che allenare la forza necessita di una corretta tecnica di esecuzione dei movimenti senza i quali (oltre ad non allenarsi correttamente e quindi ad ottenere scarsi risultati), si rischiano gravissimi infortuni. Per non parlare dell’espansione del doping amatoriale e dell’abuso degli integratori.
Un altro esempio? La musica.
Le trasmissioni radiofoniche un tempo erano un punto di riferimento, un ascoltatore sintonizzava la proprio radio sulla frequenza desiderata e aveva la possibilità di affidarsi a deejay esperti. Oggi nessuno vuole più ascoltare le radio, nessuno vuole comprare la musica. Orde di ragazzini hanno a disposizione servizi di musica in streaming (come Spotify, Deezer e Youtube). Tutta musica fruibile liberamente, con la quale, senza nessuna esperienza, è possibile creare le proprie playlist preferite.
Questa cattiva abitudine sembra essere diventata una pratica di tutti i giorni tra gli allenatori dei portieri: pensano che andando sul web possono semplicemente crearsi la loro seduta di allenamento, e che sia la migliore possibile. Quando internet non esisteva i punti di riferimento erano i tecnici affermati, gli esperti. Questi personaggi oltre al ruolo d’insegnante, avevano un altro compito molto importante: facevano da filtro, da scrematura. Ora invece i tecnici (o presunti tali) pensano di fare la loro ricerca ma senza avere esperienza. In questo modo invece che andare avanti si sta tornando indietro. Che sia chiaro, non siamo contro questo tipo di libertà, ma fare una ricerca o fare una scrematura non è la stessa cosa, bisognerebbe comunque affidarsi a qualcuno che lo fa da più tempo e che ti faccia da guida. Il vero ruolo dell’esperto era quello di educare, gli allenatori dei portieri affermati in generale lo facevano. Le nuove generazioni invece hanno perso la voglia di rapportarsi con queste figure, di affrontare i temi dell’allenamento con spirito critico e con le loro ricerche (che pensano libere), in realtà finiscono solo in mano a chi sa comunicare meglio, a chi è più bravo a farti credere di essere bravo.
Il consiglio che ci sentiamo di dare a queste persone è quello di diffidare di certi contenuti e di affidarsi agli esperti che parlano di concetti tecnici piuttosto che di come fare per “allenare meglio la forza”. La tecnica è la madre di ogni sport. La capacità di eseguire abilità è un’importante caratteristica dell’uomo. Se non esistesse la capacità di eseguire prestazioni motorie specializzate, non potremmo battere sulla tastiera articoli come questi. Avete mai provato a pensare ai dentisti, chirurghi, piloti, o orafi? Agli anziani che si confrontano con la realtà che quello che un tempo era il semplice compito di camminare non può essere più eseguito senza servirsi di un bastone? Ai paralimpici? Queste categorie di persone hanno in comune il metodo di apprendimento: “per prova e errore”. Alcune di questi movimenti saranno sicuramente stati appresi da soli, mentre l’esecuzione di azioni motorie complesse richiedono anni di allenamento, spesso sotto la guida attenta di insegnanti, allenatori o altri esperti nell’ambito della disciplina praticata.