L’astronauta ESA Samantha Cristoforetti, attualmente sulla Stazione Spaziale Internazionale per la missione Futura dell’Agenzia Spaziale Italiana, ci mostra come funziona la “palestra spaziale” iniziando da ARED, l’Advanced Resistive Exercise Device.Più che una “palestra spaziale” gli astronauti utilizzano un attrezzo all’avanguardia dell’ingegneria meccanica. Vista l’esposizione costante e prolungata di assenza di gravità (in realtà di microgravità), l’apparato scheletro-motorio subisce dei gravi effetti collaterali durante le missioni spaziali. Dunque proviamo a spiegare ai nostri lettori l’allenamento nello spazio di Samantha Cristoforetti: il mantenimento di uno scheletro in grado di resistere agli stress della vita quotidiana (a cominciare dallo stare in piedi o dal muoversi sostenendo tutte le altre strutture corporee) è strettamente dipendente dallo stimolo che sullo stesso scheletro esercitano le forze meccaniche gravitazionali ad esso applicate. Se eliminiamo la forza gravitazionale che agisce longitudinalmente sull’apparato osteo-muscolare (come avviene nei viaggi spaziali e nei soggetti allettati per lunghi periodi) si alterano i meccanismi di equilibrio tra fisiologico riassorbimento osseo e neoformazione ossea, con conseguente perdita di osso, che si accompagna ad ipotrofia muscolare da mancata sollecitazione. Nei viaggi spaziali gli astronauti vengono a trovarsi in condizioni di microgravità (giacchè la totale assenza di gravità o gravità zero è una situazione solo teorica). Già nelle prime due settimane una grande quantità di calcio viene mobilizzato dalle osse ed espulso nelle urine (la cosiddetta ipercalciuria). E’ come se l’organismo percepisse il venir meno delle forze gravitazionali applicate longitudinalmente allo scheletro (che sperimentiamo sulla terra) ed agisse di conseguenza alleggerendo un apparato scheletrico sovradimensionato rispetto alle nuove condizioni in cui il corpo viene a trovarsi (microgravità). Allo stesso modo, i muscoli, non sottoposti all’abituale carico di lavoro diminuiscono in volume e vanno incontro ad ipotrofia. Anche altre funzioni corporee si modificano: per esempio si assiste ad una diversa ripartizione dei liquidi nei diversi compartimenti dell’organismo, che si associano a variazioni dell’assetto cardio-vascolare.
Ricordiamo che l’astronauta a maggio 2009 è selezionata come astronauta dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) come prima donna italiana e terza europea in assoluto dopo la britannica Helen Sharman (1991) e la francese Claudie Haigneré (2001), risultando tra le sei migliori di una selezione alla quale avevano preso parte 8 500 candidati.
La prima missione cui Cristoforetti prende parte, della durata di circa 6-7 mesi, è denominata ISS Expedition 42/43 Futura e prevede, il 22 novembre 2014, il raggiungimento della Stazione Spaziale Internazionale a bordo di un veicolo Sojuz; si tratta della prima missione di una donna italiana nello spazio, e del settimo astronauta italiano, preceduta sulla ISS da Umberto Guidoni, Paolo Nespoli, Roberto Vittori e Luca Parmitano. Nel programma della missione vi sono esperimenti sulla fisiologia umana, analisi biologiche e la stampa 3D in assenza di peso in modo da sperimentare anche la possibilità di stampare pezzi di ricambio per la stazione stessa senza dover dipendere dagli invii da terra. Inoltre la stessa Cristoforetti rimane periodicamente attiva sui social network per comunicare e condividere la bellezza e le scoperte dallo spazio.
[Fonte]