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Secondo lo studio di un ricercatore della Sheffield University, pubblicato sul magazine online inglese The Conversation, Brazuca, il pallone ufficiale di Brasile 2014, presenta diverse migliorie rispetto al suo predecessore, il criticatissimo Jabulani, che garantiranno una traiettoria più “regolare” dei tiri anche a basse velocità.
Come? Il pallone di Rio avrà cuciture più lunghe e più profonde rispetto al pallone di Sudafrica 2010 il cui vero tallone di Achille non era il peso, di 25g superiore al minimo consentito, ma la superficie eccessivamente liscia.
Per i principi della fisica, spiega l’autore della ricerca, l’aria che scorre intorno a un pallone da calcio si separa dalla superficie creando un’area di bassa pressione dietro di essa, in sostanza una scia. La bassa pressione a sua volta genera una forza di trascinamento che rallenta la palla. Alle basse velocità la palla è soggetta a un flusso d’aria uniforme che crea una scia molto più ampia che crea a sua volta una maggiore forza di trascinamento in grado di alterare sensibilmente la traiettoria dei palloni.
A velocità elevate (sopra gli 85 chilometri orari) infatti la maggior parte dei palloni si comportano più o meno allo stesso modo, mantenendo una traiettoria relativamente regolare. Questo perché con l’aumentare della velocità aumenta anche la turbolenza del flusso d’aria che creando una scia più ristretta contribuisce a generare minore forza di trascinamento e quindi meno cambi di direzione improvvisi del pallone.
Ma come è possibile ottenere una maggiore turbolenza anche a velocità più basse, riducendo quindi i cambi di traiettoria del pallone? Grazie alle cuciture. Brazuca infatti sarà il pallone con meno pannelli di sempre, solo sei contro gli otto dello Jabulani e i 32 di un pallone tradizionali, ma avrà cuciture più lunghe e tre volte più profonde del suo predecessore che creeranno turbolenze in grado di “stabilizzarlo” durante la sua fase di volo. Inoltre la superficie a forma di mulino dei pannelli renderà Brazuca ancora meno “liscio”.
Il problema di Jabulani era dovuto proprio a una superficie talmente regolare tale da far scorrere l’aria in modo uniforme. Per questo i “tiri piatti” (non troppo veloci e senza effetto), tipici di alcuni tiratori micidiali alla Pirlo, erano in grado di generare spinte contrastanti e imprevedibili dovute al fatto che il pallone, con il variare della sua velocità durante il tragitto verso la porta, subiva flussi d’aria diversi (prima turbolenti e poi uniformi).
Come sempre valutazioni più precise arriveranno da parte degli addetti ai lavori.