Come sviluppare le abilità del portiere attraverso allenamenti specifici. Il ruolo della coordinazione e della tecnica per massimizzare le loro prestazioni attraverso esempi pratici. Articolo disponibile sul numero di Ottobre 2024 de Il Nuovo Calcio.
L’abilità sportiva
Può essere descritta come l’insieme di competenze fisiche, motorie e mentali che permettono a un atleta di svolgere un’attività sportiva in maniera efficace. Questa comprende aspetti come la coordinazione e la capacità di apprendere nuove competenze, che vengono sviluppate attraverso l’allenamento e l’esperienza. L’abilità sportiva è dunque, il risultato di una combinazione tra predisposizioni genetiche e capacità che possono essere migliorate e affinate con la pratica. Pertanto, l’allenatore dovrebbe sviluppare strategie personalizzate per migliorare e mantenere le abilità, adattando l’allenamento alle esigenze e al contesto in cui opera. La seduta dovrebbe essere versatile e personalizzabile, per ottimizzare i risultati e massimizzare le prestazioni individuali dei portieri.
La ricerca scientifica e la pratica
Le abilità si sviluppano principalmente attraverso la loro pratica, che include ripetizioni mirate di compiti specifici e la correzione degli errori. Queste esercitazioni aumentano la partecipazione individuale favorendo la ripetizione del compito e l’interazione con il pallone, promuovendo così lo sviluppo e la loro conservazione nel tempo. Le attività devono essere condotte dal tecnico e le esercitazioni dovrebbero essere sia mentalmente che fisicamente impegnative con l’obiettivo di perfezionare specifiche abilità, adattando la difficoltà al talento dei portieri.
Nel calcio, sia giocatori che allenatori di alto livello hanno personalizzato l’allenamento per migliorare abilità specifiche. Pirlo e Zola, ad esempio, hanno perfezionato i calci di punizione ispirandosi a Baggio e Maradona, mentre Capello e Lippi hanno lavorato individualmente con Ibrahimovic e Zambrotta per affinare tecniche come il tiro e il cross con il piede debole confermando l’importanza di un allenamento mirato per lo sviluppo di abilità specifiche.
“Abbiamo lavorato moltissimo nella battuta e nella ricezione, sia come quantità che come qualità, individualmente ecc…” (Julio Velasco dopo la finale olimpica, Parigi 2024)
L’allenamento
Il ruolo del portiere richiede competenze tecniche e tattiche specifiche, che lo distinguono dagli altri giocatori e necessitano di un allenamento mirato. In squadra, il suo coinvolgimento varia in funzione degli esercizi, che spesso sono adattati per sviluppare le abilità dei compagni o rispondere a precise esigenze tattiche dell’allenatore.
Ad esempio, in un esercizio di 5vs5 con 2 portieri (Figura 1), le opportunità di prendere decisioni sono numerose grazie alla frequente interazione tra i giocatori e il pallone. Tuttavia, un portiere all’inizio della sua specializzazione potrebbe avere difficoltà a gestire la sfera sotto pressione, a causa dello spazio limitato e del tempo ridotto, poiché le sue abilità di controllo e passaggio non sono ancora ben sviluppate. Allo stesso modo, un portiere abile solo con il piede destro potrebbe prendere decisioni basate sulle competenze già acquisite, limitandosi all’uso del piede forte. Infatti, in questo tipo di esercitazioni, è più probabile che l’attenzione sia rivolta alle decisioni, ai risultati, agli aspetti fisici o al divertimento, piuttosto che all’acquisizione di nuove competenze tecniche.
L’apprendimento
In base all’obiettivo (tecnico, tattico o coordinativo), l’allenatore progetta le esercitazioni ricoprendo il ruolo di ‘facilitatore dell’apprendimento‘ e pianifica la seduta affinché si avvicini progressivamente alle condizioni di gara regolando il livello di sfida senza sovraccaricare il numero uno ma permettendogli di lavorare al limite delle sue capacità.
Per le ragioni sopra esposte, la metodologia di allenamento prevede una progressione in tre fasi. In ambito tecnico, si parte lavorando sulla precisione meccanica (fase analitica), per poi integrare le abilità in schemi coordinati (tecnica applicata). Infine, si passa alla pratica degli aspetti tattici attraverso l’allenamento situazionale, in cui le abilità vengono testate in contesti simili alla partita. A tutto ciò si aggiunge l’importanza dell’allenamento delle capacità coordinative e del suo coinvolgimento con la squadra, fondamentale per imparare a giocare con i compagni.
Praticando la tecnica applicata e l’allenamento situazionale, il portiere ha l’opportunità di riflettere sulle proprie azioni e sugli errori, facilitando l’emergere di comportamenti desiderati e il trasferimento delle competenze tecniche e decisionali dall’allenamento specifico al gioco di squadra.
L’allenamento analitico
Può essere utile nelle fasi iniziali del percorso di specializzazione, per esigenze dell’allenatore o per ottimizzare al meglio il carico di lavoro. In questi casi, l’obiettivo è gestire le energie del portiere in modo che possa mantenere un alto livello di prestazione senza affaticarsi eccessivamente, sia in vista della partita successiva che per prepararlo a esercizi più intensi all’interno della stessa sessione di allenamento.
Aldilà degli aspetti fisici, consente di focalizzarsi sui dettagli meccanici del movimento, quali l’orientamento e l’allineamento delle diverse parti del corpo, la sequenza temporale dei gesti e la loro traiettoria. In questo modo, chi non ha ancora familiarità con la dinamica dei movimenti può acquisirne padronanza in maniera progressiva. Ad esempio, per insegnare la tecnica di presa al petto, si comincia lanciando il pallone sempre nello stesso punto, mantenendo traiettoria e velocità costanti. L’esercizio viene ripetuto molte volte fino a quando il portiere non acquisisce familiarità con il gesto. L’apprendimento delle gestualità tecniche attraverso il metodo analitico è senza dubbio importante, ma dovrebbe essere bilanciato con esercitazioni che incoraggino la capacità di adattamento alle sfide motorie derivanti dell’ambiente di gioco che caratterizzano gli sport classificati come “open skills”.
La tecnica applicata
Per modellare i gesti tecnici alle variabili del gioco, le abilità percettive e cognitive dovrebbero essere allenate a riconoscerle. Queste abilità consentono al portiere di interpretare rapidamente i cambiamenti e di utilizzare le capacità coordinative per adattare la tecnica di base in schemi di movimento coordinati con le dinamiche del gioco come il comportamento del pallone e le azioni degli avversari o dei compagni di squadra, coinvolgendo diverse parti del corpo in modo fluido per ottenere un vantaggio nelle prestazioni. I giovani e i dilettanti tendono a eseguire movimenti scattosi e accelerati a causa della scarsa familiarità con questi schemi. Al contrario, i portieri più abili li eseguono con fluidità e naturalezza, dimostrando una maggiore capacità di semplificare compiti complessi e di gestire situazioni difficili con maggiore efficienza.
Ad esempio, in attività di gioco dove è richiesto il gesto tecnico del leva gamba, la variazione più semplice da interpretare può essere il comportamento del pallone. Perciò, nell’esercitazione variare intensità, angolazione, velocità e traiettoria dei tiri spinge il portiere ad adattare costantemente la tecnica di base effettuando piccoli aggiustamenti come posizionare la gamba in avanti o indietro per intercettare con precisione palloni di diverse velocità.
Questa modalità è spesso confusa con quella analitica, ma l’obiettivo principale è favorire l’adattabilità del movimento, fondamentale in partita, piuttosto che perfezionare la meccanica del gesto.
Abilità tattiche – l’allenamento situazionale
La tattica individuale del portiere comprende le azioni e le decisioni prese per raggiungere obiettivi specifici all’interno di una strategia di squadra. Essa richiede la capacità di valutare il contesto in tempo reale, identificare opportunità o minacce e adattare il proprio comportamento per ottimizzare le prestazioni. Nel ruolo del portiere, questa tattica include movimenti, posizionamenti, la scelta dei tempi, gli altri giocatori e l’esecuzione di tecniche specifiche, con l’obiettivo di ottenere un vantaggio tattico e contribuire al successo della squadra.
Così come avviene per le abilità tecniche, anche le abilità tattiche individuali si sviluppano attraverso teoria, pratica e feedback. Di conseguenza, è importante svolgere esercitazioni specifiche in scenari predefiniti per dare l’opportunità di analizzare rapidamente il contesto e prendere decisioni efficaci. Nelle esercitazioni di squadra, le opportunità di prendere decisioni cruciali potrebbero essere limitate, come negli esercizi sugli attaccanti che intercettano i cross, dove il portiere raramente deve decidere se uscire o restare in porta.
Alla luce di quanto illustrato, è possibile progettare attività sotto forma di esercitazione situazionale per stimolare la capacità del portiere di scegliere il momento giusto in cui agire, ma in un contesto più specifico. A tale scopo, si eseguono esercizi con cross, variando la difficoltà tramite la distanza del tiro, l’introduzione di sagome gonfiabili e un assistente che maneggia un’ulteriore sagoma gonfiabile per simulare la presenza di altri giocatori (figura 3).
Questa configurazione ricrea uno scenario in cui il pallone ha una velocità simile a quella di una partita, allenando il portiere a fare delle scelte basate sulla traiettoria del pallone e sul movimento dell’assistente, con una tempistica più vicina a quella del gioco reale. Contemporaneamente, affina le abilità tecniche già acquisite e migliora la capacità di prevedere la traiettoria del pallone. Attraverso la ripetizione, oltre a ottenere i benefici menzionati, il portiere ha l’opportunità di riflettere sulla propria responsabilità in caso di errori, favorendo l’emergere dei comportamenti desiderati.