Alessio Cragno, portiere del Cagliari ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine della Gazzetta dello sport.
Il portiere è nato a Fiesole, iniziando nella Polisportiva Sieci. A 16 anni è al San Michele Cattolica Virtus al Brescia, dove rimane fino al 2014 prima di essere acquistato dal Cagliari. Il club rossoblù lo gira in prestito a Lanciano e Benevento e con i campani conquista la promozione in Serie A. Cragno gioca in tutte le nazionali giovanili e arriva nell’Italia del c.t. Mancini il 7 ottobre scorso, nella sua Firenze contro la Moldavia.
Lei parla da uomo naturo. In cosa è cresciuto?
«Se fai il calciatore devi crescere per forza. Te lo impone la vita che fai. Vai via da piccolo. Io l’ho fatto, già più tardi a 16 anni, andando a Brescia. Ti confronti subito con i grandi. L’unica cosa da ragazzino che mi è rimasta è la playstation».
Parliamo del Cagliari calcio. Perché stenta a decollare?
«Perché c’è stato un profondo cambiamento. Innanzitutto l’allenatore nuovo, perché ci so- no molti giovani. E’ chiaro che dobbiamo andare meno volte in svantaggio e lavorare per essere meno altalenanti. Ma stiamo crescendo».
Ha fiducia?
«Sì, perché c’è un tecnico come Eusebio Di Francesco che ha un’idea precisa del calcio che vuole. Vuole alzare l’asticella, come il club. Cerca di ottenere da te sempre il massimo e non si accontenta mai».
Anche lei ha cambiato: deve tanto ad Antonello Brambilla che l’ha portata in Nazionale. Ha avuto Dei, Bressan e ora Orlandoni. Cosa è cambiato con i suoi preparatori?
«Antonello lo sento ancora adesso che è al Watford. Ma devo tanto a tutti. Con Orlandoni c’è tanta intensità».
Battuta: il numero di Olsen, che nella scorsa stagione un paio di volte le ha preso il posto, l’ha cancellato?
«Ma no (ride). Io sono il primo ad autocriticarmi. Succede che un tecnico possa fare delle scelte. Non giocare non fa piacere a nessuno, anzi dispiace. Ma guardo sempre avanti».
E’ concentrato sulla Nazionale e sulla possibilità di andare all’Europeo? Ora è lei il terzo dietro Donnarumma e Sirigu.
«E’ il sogno. C’è concorrenza, tanta, ma facendo bene col Cagliari posso arrivarci».
Domani sfida Silvestri col Verona, un concorrente che negli ultimi due anni ha fatto il 75% di parate, la percentuale più alta. Lei è terzo col 73%.
«Le statistiche sono indicative. Comunque lui è un portiere completo e mi ha colpito la grande spinta».
La sua difesa: la guida un polacco del 2000, Walukiewicz, che ieri ha rinnovato col Cagliari fino al 2024, ed è arrivato il campione Godin. Come va?
«Walu ha forte personalità e senso della posizione, parla poco, ma c’è sempre. Godin è un leader nato. Un professionista serio che cura i particolari. Fa bene al gruppo».
L’intervista completa di Alessio Cragno è disponibile sulla Gazzetta dello sport del 05-12-2020