di Valerio Perseu
La dolorosa eliminazione dal Mondiale porta anche a riflettere sulla scoperta e formazione dei nuovi talenti.
Il calcio è lo sport più di uso in Italia, ma questo non può bastare. Cerchiamo di capire quali sono i criteri degli osservatori – armati magari solo di intuito e taccuino – che vanno sui campi nella speranza di scoprire qualche nuovo campione. Uno su mille ce la fa a diventare un calciatore professionista, lo ripetiamo sempre. Ma chi sono i talent scout che per lavoro vanno a caccia delle future star?
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La clamorosa esclusione dell’Italia dai prossimi mondiali di calcio di Russia 2018 ha lasciato una profonda ferita nei cuori di milioni di tifosi della nostra nazionale. Una profonda delusione e un vuoto che si farà sentire più forte la prossima estate, quando tantissimi appassionati di calcio non potranno assistere alle gesta in diretta televisiva dei nostri azzurri. In questi giorni si è fatto un gran discutere sulle cause che hanno portato a questa inaspettata débacle, portando infine ad una attenta riflessione che ha coinvolto tutto il sistema calcio nazionale, con il chiaro obiettivo di individuare le reali cause della nostra decadenza calcistica. Uno degli ambiti su cui i riflettori si sono puntati è quello del calcio dilettantistico e giovanile, riserva e fulcro dei futuri talenti del calcio italiano, accusato di non riuscire più di individuare e formare nuovi campioni capaci in prospettiva di riportare, un giorno, la nostra nazionale ai massimi livelli. Questo è il settore principale dove operano gli osservatori calcistici, i talent scout che hanno come obiettivo quello di scovare e segnalare i futuri Totti e Del Piero. Lo scouting negli Stati Uniti e nelle grandi nazioni europee è senza dubbio una colonna portante dello sport business calcistico, mentre fatica ad esserlo invece nel nostro paese, dove a stento si riesce a renderlo una professione qualificata. «Per troppo tempo le società sportive si sono affidate all’improvvisazione e a metodologie antiquate», ci rivela Paolo Valente, responsabile marketing della Dreaming Football, giovane realtà dello scouting calcistico che collabora attualmente con il Chievo. «Bisogna applicare un nuovo approccio sistemico – continua Valente – rivoluzionare il modo di valutare i ragazzi e formare personale per un settore che, specie in un periodo di crisi, è assolutamente cruciale».
5% il calo dei tesserati dilettanti e settore giovanile rispetto a 5 anni fa
715 le società di calcio giovanile della Campania (stagione 2015/16)
13024 le società di calcio dilettantistico e giovanile: cinque anni fa erano 1300 in più.
23 milioni la contribuzione fiscale totale del calcio dilettantistico e giovanile dell’anno di riferimento 2014
38 il rapporto tra calciatori tesserati (23183) e popolazione (891181) in Umbria (stagione 2015/2016)
MATCH ANALYSIS. Un modo di lavorare totalmente innovativo, che si basa su un’attenta osservazione delle partite e con continue relazioni scritte e documentate sul soggetto che si è interessati ad osservare, integrate con uno studio dettagliato della squadra avversaria. Match Analysis delle partite, studi comparativi dell’intensità di gioco dei vari atleti, addirittura l’ambiente che circonda emotivamente i ragazzi impiegati in campo sono parametri che stanno diventando basilari per lo studio e il giudizio dei nuovi osservatori calcistici. Questo nuovo approccio allo studio dei giovani calciatori che si accingono ad intraprendere questa carriera porta ovviamente ad una riflessione anche sulle problematiche che caratterizzano oggi i campi di calcio italiani, da quelli giovanili appunto, no a quelli dilettantistici. «I problemi che coinvolgono l’arretratezza del nostro calcio – afferma Francesco Florio, presidente della Dreaming Football – sono anche causa dell’assenza di una cultura moderna del mondo degli osservatori calcistici. E’ ancora dilagante l’idea – continua Florio – che sia più “lucrativo” puntare su ragazzi precocemente sviluppati piuttosto che su talenti dotati tecnicamente ma magari non ancora fisicamente formati. Gli interessi di posizione di molte società sportive di categorie minori bloccano la possibilità di emergere di tanti piccoli possibili campioni. Un giocatore come Messi, all’età di 14 anni – conclude il presidente della streaming Football – in Italia oggi non avrebbe sicuramente nessuno spazio». A questo tipo di mentalità retrograda si devono aggiungere problematiche che oggi si trovano sui campi di calcio dilettantistici, come l’assenza di cultura sportiva nelle famiglie e il conseguente ripetersi di episodi violenti. Una situazione che non aiuta la ricerca di nuovi futuri campioni per la nostra nazionale.
COLLABORAZIONI. La capacità di creare collaborazioni professionali è per uno scout una base imprescindibile per costruire rapporti con persone di cui ci si potrà dare anche in futuro. Una relazione completa di un giovane calciatore si basa sulla visione di almeno 3 o 4 partite, giocate in casa e in trasferta, a distanza sempre di qualche settimana, ed ogni report specifico viene stilato di solito dopo 24 ore dalla visione della partita ma non oltre le 48, per non incorrere nel rischio di dimenticare dei passaggi fondamentali per il giudizio finale. Durante la partita l’osservatore analizza ogni aspetto del gioco, non lasciandosi andare a giudizi prevenuti e impulsivi: anche un gesto tecnico improvviso può far trasparire delle potenzialità rimaste nascoste per gran parte dell’incontro. Come sintetizzato da Marco Zunino, docente al Centro Tecnico Federale di Coverciano, nel suo libro “Manuale per l’osservatore calcistico, tecniche e segreti dello sport più amato del mondo”, nello scouting moderno una competenza fondamentale è l’osservazione dell’attitudine specifica in campo del giovane calciatore, la maturità e la personalità espresse durante tutta la partita, dove è molto importante la capacità dell’osservatore di sbilanciarsi in una valutazione personale, l’esporsi in un giudizio che deve ovviamente basarsi su dei parametri chiari e studiati scientificamente, che coinvolgono anche la psicologia del giovane e la sua situazione famigliare. La valutazione complessiva è composta, secondo il manuale, da vari criteri che sono l’aspetto generale (ruolo, posizione in campo), quello fisico, tecnico tattico e mentale. Dei giovani talenti vengono misurate anche le loro caratteristiche antropometriche, secondo parametri scientifici che studiano la conformità totale del corpo per poi desumere in che modo potrà sviluppare fisicamente con la maturità. Molto utili, sempre secondo Zunino, sono le registrazioni video delle partite che vengono visionate in una fase successiva, utili per riportare i giudizi finali ad una visione più ampia e completa, comprendente le tre fasi di gioco, Regia, Attacco e Difesa.
L’ESAME FINALE. Step finale di ogni atleta osservato è il provino, dov’è ormai prassi un approccio individuale sul calciatore di almeno una settimana di prova. In finale un lavoro, quello dell’osservatore, che esige assolutamente una passione smisurata per questo sport.
LO STUDIO. I somatotipi, utilizzati dagli osservatori sportivi nelle loro classificazioni dei giovani talenti da loro osservati, sono una classificazione biotipologica identificata nel 1940 dal medico e psicologo statunitense William Herbert Sheldon. Questi “biotipi” individuano la presenza in ciascun individuo tre componenti distinte: Endomorfica, Mesomorfica e Ectomorfica. Il dottor Sheldon non si limitò a studiare soltanto le caratteristiche fisiche, ma aggiunse ad ogni componente anche dei determinati tratti psichici, come l’estrosità, l’espansività o la socievolezza collegati alla preponderanza o meno di un tratto biotipico particolare.